L’era della ricostruzione fu il periodo negli Stati Uniti immediatamente dopo la guerra civile, che durò dal 1865 al 1877. Questo periodo fu caratterizzato dai tentativi di reintegrare gli stati confederati nell’Unione. Questi sforzi non erano sempre facili, poiché le differenze sociali, politiche ed economiche rendevano difficile il compromesso.
C’erano una serie di teorie diverse su come avrebbe potuto avvenire la Ricostruzione. Il primo piano da attuare fu il piano del presidente Lincoln. Lincoln desiderava rendere la riadesione il più semplice possibile in modo che l’Unione potesse essere ristabilita e la normalità creata il prima possibile. Il piano di Lincoln per la riammissione degli stati confederati nell’Unione includeva un “piano del 10 percento”, che affermava che per uno stato da riammettere nell’Unione, il 10 percento degli elettori bianchi doveva prestare giuramento di fedeltà all’Unione.
Dopo che Lincoln fu assassinato, il suo vicepresidente, Andrew Johnson, cercò di seguire la stessa filosofia di ricostruzione di Lincoln. Ha sostenuto il Piano del 10 per cento. L’estensione di queste politiche moderate lo ha reso antipatico a molti che volevano politiche più forti o più deboli.
Molti nel partito di Lincoln e Johnson, in particolare un gruppo chiamato repubblicani radicali, pensavano che il Piano del 10% fosse troppo indulgente. Volevano assicurare la lealtà delle ex classi detentrici di schiavi e volevano fare di più per garantire l’uguaglianza razziale nell’ex Confederazione. Ad esempio, i repubblicani radicali volevano che le terre degli ex schiavisti venissero loro sottratte e date ai loro ex schiavi, ridistribuendo la ricchezza dei ricchi in queste zone.
È stato il lavoro dei repubblicani radicali che ha permesso di ratificare tre emendamenti alla costituzione: il 13°, il 14° e il 15°. Questi emendamenti abolirono formalmente la schiavitù, diedero i diritti dei cittadini agli ex schiavi e diedero ai cittadini, indipendentemente dalla razza, il diritto di voto.
Nel 1866 i repubblicani radicali ottennero una forte maggioranza al Congresso. Il loro piano per la ricostruzione fu attuato poco dopo e prevedeva la separazione degli stati meridionali in distretti militari. Sono stati riaccesi dopo aver accettato di ratificare il 14° e il 15° emendamento. La speranza era che l’uguaglianza per gli ex schiavi sarebbe stata assicurata in questi stati dopo la loro ratifica degli emendamenti. Per ogni stato furono istituiti governi completamente nuovi, che consistevano in gran parte di afroamericani e repubblicani, originari degli stati del nord.
L’opposizione delle classi proprietarie della terra meridionali e una crisi finanziaria nazionale hanno reso difficile per il governo mantenere queste politiche. A metà degli anni 1870 le politiche di ricostruzione non venivano più rigorosamente mantenute. Nel 1890 gli ex schiavi liberati avevano difficoltà a mantenere i loro diritti di voto.