L’autoradiografia è il processo di acquisizione di un tipo di immagine, chiamata autoradiografia, che mostra la concentrazione relativa di materiale radioattivo presente all’interno del soggetto. Il soggetto è solitamente un campione biologico o una parte del corpo umano. La lastra fotografica viene esposta alle emissioni radioattive del soggetto in esame, producendo un’immagine.
La radiografia è l’uso di materiali radioattivi o raggi X per produrre un’immagine. L’uso dei raggi X per bombardare un soggetto mentre si espone una lastra fotografica o una pellicola ai raggi X è il metodo più comune per questo tipo di imaging. L’autoradiografia produce un’immagine simile ma si basa su emissioni di particelle alfa e beta e raggi gamma rilasciate dal decadimento di sostanze radioattive all’interno del soggetto, piuttosto che da una fonte esterna. L’immagine risultante consentirà a un tecnico qualificato di determinare la concentrazione relativa di materiale radioattivo e la sua distribuzione.
A volte gli scienziati introducono deliberatamente sostanze radioattive in un oggetto o in un tessuto. Le discipline della citologia, che è lo studio delle cellule e della loro struttura, e dell’istologia, lo studio dei tessuti e delle loro strutture, possono entrambe beneficiare dell’autoradiografia. Le autoradiografie possono aiutare gli scienziati a saperne di più sulle strutture cellulari e tissutali e su come i materiali radioattivi vengono assorbiti e distribuiti.
Nell’autoradiografia digitale, i computer e gli strumenti di rilevamento delle radiazioni lavorano insieme per fornire l’immagine radiografica. Questo tipo di autoradiografia consente lo studio di tessuti e oggetti in periodi di tempo definiti. Questa tecnica può migliorare ulteriormente la nostra conoscenza di come i materiali radioattivi si disperdono nei tessuti.
Anche la ricerca sui recettori chimici, sulla loro distribuzione all’interno dei tessuti e sulla loro funzione può trarre vantaggio dall’autoradiografia. Gli agenti biochimici infusi con sostanze radioattive, chiamati radioleganti, vengono iniettati in un tessuto. Questi agenti reagiscono con i recettori chimici nei tessuti e, quando verrà successivamente eseguita un’autoradiografia, consentirà al ricercatore di determinare dove si trovano questi recettori, la loro frequenza relativa e la densità di distribuzione. Questa tecnica viene talvolta utilizzata per diagnosticare vari problemi medici.
L’autoradiografia può essere utilizzata anche per studiare l’RNA e il DNA, nonché le fasi dello sviluppo e della funzione cellulare. Può anche essere usato per isolare sequenze parziali di RNA e DNA per lo studio, specialmente nei virus. I medici possono essere in grado di utilizzare questa tecnica per rilevare, diagnosticare e ideare strategie di trattamento per vari tipi di avvelenamento da radiazioni determinando quali tessuti possono aver assorbito materiali radioattivi.