Un “abito di compleanno” è un’espressione umoristica per lo stato di essere nudi. Significa letteralmente indossare ciò che qualcuno indossava il giorno della sua nascita, cioè niente. Serve come eufemismo per scrittori e oratori che cercano un modo delicato o divertente per riferirsi allo stato di nudità, di solito in senso non sessuale. Con almeno 200 anni, la frase “abito di compleanno” è stata ampiamente utilizzata nel 20 ° secolo ed è ancora popolare ai giorni nostri.
Secondo l’Encyclopedia of Word and Phrase Origins di Robert Hendrickson, la frase è stata registrata già nel 1771, ma probabilmente in uso come espressione parlata prima. Sebbene la coniazione specifica della frase non sia stata documentata, la sua origine è ovvia. Tutte le persone nascono nude; l’abito del compleanno, quindi, è l’abito indossato il giorno della nascita. La natura comica ma non volgare della frase le ha conferito una popolarità duratura sin dal XVIII secolo.
La parola “abito” nella tuta di compleanno è usata nel senso di un rivestimento completo del corpo, come nelle frasi “armatura” o “muta umida”. In questo caso, la parola vestito si riferisce alla pelle, che infatti copre tutto il corpo. La pelle, o epidermide, è un singolo organo che contiene e protegge tutti gli altri organi del corpo. È composto da cellule specializzate che impediscono alla maggior parte dei materiali infettivi di entrare nel corpo mentre assorbono o rilasciano altre sostanze. Il suo apparato sensoriale funge anche da importante collegamento con il resto del mondo.
La nudità è tabù nella maggior parte delle situazioni sociali, in parte a causa della sua associazione con l’attività sessuale. Ci sono, tuttavia, molte occasioni non sessuali in cui la nudità è accettabile, come fare il bagno o dormire. Questi sono generalmente esercitati in privato, ma non sempre. I bambini piccoli, in particolare, spesso non capiscono o non si preoccupano se la nudità è appropriata in una data situazione. Quando una persona di qualsiasi età è impegnata in nudità non sessuali, in particolare quando è visibile agli altri, è stravagante dire che quella persona indossa il suo abito da compleanno.
Numerosi film, programmi televisivi e altri lavori artistici hanno utilizzato variazioni della frase “abito di compleanno” in titoli e simili. Tra i suoi molti usi, la frase è apparsa sulla copertina della rivista Vanity Fair nel 1992. L’artista Joanne Gair ha dipinto un tailleur, completo di cravatta, polsini e gilet, sul corpo nudo dell’attrice e modella Demi Moore. La foto era intitolata “Compleanno di Demi”. L’uso dell’immagine in copertina ha suscitato alcune polemiche, portando molti a trascurare l’intelligente gioco di parole visivo del titolo.