Che cos’è l’angoscia esistenziale?

L’angoscia esistenziale è una condizione di terrore o ansia correlata alla filosofia nota come esistenzialismo. L’esistenzialismo è la convinzione che la vita non abbia altro significato se non quello che le persone le danno. Tutte le persone hanno quindi la libertà di scegliere qualsiasi azione, così come la responsabilità di accettare le conseguenze di tale azione. È proprio questa libertà e responsabilità che causano l’angoscia esistenziale. Le persone morali, sostengono gli esistenzialisti, non possono avere altre risposte sensate ai terribili fardelli delle loro scelte.

La parola inglese “angst” deriva dalla stessa radice latina di “anguish” e “anxiety” e trasmette un significato simile. La parola ha all’incirca la stessa definizione e ortografia in tedesco, olandese e nelle lingue scandinave. Il concetto di angoscia esistenziale fu esplorato per la prima volta dal filosofo danese Soren Kierkegaard nel suo libro del 1844 Begrebet Angest, or The Concept of Anxiety. Kierkegaard è stato un pioniere del pensiero esistenzialista, che vedeva come un’estensione delle sue convinzioni spirituali e morali. Un secolo dopo, la filosofia fu abbracciata da molti intellettuali europei che erano delusi dalle battaglie e dai genocidi a cui avevano assistito nelle guerre mondiali.

Il classico esempio di angoscia esistenziale di Kierkegaard consisteva nel descrivere un uomo in piedi sul bordo di un’alta scogliera o di un edificio. Insieme alla paura di cadere accidentalmente, l’uomo sente l’impulso irrazionale di gettarsi deliberatamente oltre il limite. L’emozione che prova quando realizza di avere questa opzione è angoscia. Kierkegaard lo descrisse come “la vertigine della libertà”. Lo vedeva come l’onere di fare scelte morali come conseguenza del libero arbitrio.

Gli esistenzialisti degli anni Quaranta, come il filosofo e scrittore francese Jean-Paul Sartre, a volte non condividevano la fede di Kierkegaard in Dio e in un ordine superiore. La vita sembrava non avere alcun significato o ordine preponderante, oltre a ciò che è stato creato dagli esseri umani. Questo aggiungeva nuove e spesso cupe dimensioni all’angoscia esistenziale. L’opera teatrale di Sartre No Exit, forse l’opera più famosa della letteratura esistenzialista, coinvolge persone intrappolate in un cupo aldilà a causa delle loro scelte sbagliate. Per filosofi come Sartre, l’angoscia esistenziale era una conseguenza naturale della libertà di fare scelte così orribili.

Tuttavia, l’angoscia esistenziale non è sempre motivo di disperazione. Kierkegaard ha sostenuto che ha anche permesso alle persone di stabilire confini e fare scelte morali. Nonostante ciò, l’angoscia è l’aspetto più noto dell’esistenzialismo, ed è spesso invocato quando la filosofia viene discussa o parodiata dai media popolari. Il regista Woody Allen, il drammaturgo Tom Stoppard e la troupe comica dei Monty Python hanno tutti falsità esistenzialiste nelle loro commedie e film. Il giornale parodia The Onion pubblicò una serie di articoli nei primi anni 2000 in cui la scienza “dimostrò” che la vita era priva di significato, suscitando citazioni esistenziali piene di angoscia da membri fittizi del pubblico americano.