In chimica organica, una “enamine” è il prodotto di riarrangiamento di un’immina, a sua volta il prodotto di reazione di un composto carbonilico – un’aldeide o un chetone – con ammoniaca o un’ammina – primaria o secondaria. La derivazione del termine è dalle parole “alchene” e “ammina” – le due funzionalità che costituiscono un’enamine, se si trovano adiacenti l’una all’altra. La sequenza di reazione completa e complessiva è RCH2-C(R1)=O + N(H)R2R3 → RCH2-C(R1)=NR2R3 → RCH=C(R1)-NR2R3. Ogni “R” in questa reazione può essere idrogeno o qualche legame alchilico o aromatico a base di carbonio, ad esempio metile, isopropile o fenile.
Nella reazione di cui sopra, il doppio legame, una volta tra carbonio e ossigeno, ora collega il carbonio all’azoto e rappresenta il cambiamento principale nella prima fase. Il prossimo è il cambiamento reversibile di un’immina in un’enammina, analogo alla trasformazione reversibile di un chetone in un “enolo”, o alchene-alcol. La conversione del noto chetone, acetone, illustra bene il tautomerismo cheto-enolico: CH3-C(=O)-CH3 → CH2=C(-OH)-CH3. L’analogo azotato dell’acetone, la dimetilimina, cambia secondo un percorso di reazione simile CH3-C(=NH)-CH3 → CH2=C(-NH2)-CH3. Un attento esame delle due strutture del prodotto rivela i paralleli di reazione.
La pronta intercambiabilità degli isomeri – a volte spontanea o con solo un piccolo cambiamento nell’ambiente chimico – è chiamata tautomerismo e le singole strutture, tautomeri. Iniziare il passaggio da un’immina a un’enammina può essere semplice come aggiungere un po’ di acido minerale (HX). Questa azione provoca la protonazione, l’installazione di uno ione idrogeno positivo (H+) sull’atomo di azoto, forzando il doppio spostamento: -CH2-CH=NR1R2; più protonazione → -CH2-CH=N+HR1R2; con riarrangiamento → -C+H2=CH-NHR1R2; con deprotonazione → -CH2=CH-NR1R2.
La capacità dei tautomeri di scambiarsi così facilmente aumenta considerevolmente la gamma di possibili reazioni, rendendoli intermedi particolarmente utili nella sintesi chimica, in particolare per le strutture organiche in cui uno scheletro di carbonio piuttosto grande deve essere sviluppato nel minor numero di passaggi possibile. Le lunghe catene di carbonio, e quindi le enammine, sono di particolare importanza per lo sviluppo di sostanze chirali biologicamente attive. Questo perché nella chimica organica, ogni data reazione spesso si traduce in una raccolta di isomeri ottici e questi isomeri possono richiedere la separazione, un compito non facilmente realizzabile. D’altra parte, quando è possibile produrre un solo isomero, la resa può essere doppia, inoltre non c’è bisogno di separazione. Lo sviluppo di farmaci, in particolare negli alcaloidi, è certamente una delle aree più importanti di applicazione della chimica delle enammine, così come l’uso importante e accuratamente studiato delle enammine come catalizzatori non metallici e quindi “verdi”.