Cosa sono i terremoti?

Un terremoto è un tremore nella crosta terrestre, causato da movimenti al di sotto della sua superficie. Questi eventi possono variare ampiamente di intensità, dall’attività sismica che è appena rilevabile con dispositivi sofisticati, a terremoti devastanti che possono radere al suolo città e innescare tsunami e talvolta persino attività vulcanica. Lo studio di questi tremori è noto come sismologia, una parola derivata da una parola greca che significa “scuotere”.

Lo strato esterno della Terra, o crosta, è composto da due sezioni: la litosfera, una parola greca che significa “sfera rocciosa”, e l’atenosfera, uno spesso strato di liquido che poggia sopra il mantello superiore. La roccia liquida del mantello superiore mantiene la crosta in costante movimento, con i bordi delle placche continentali che vengono lentamente allontanati o uniti mentre galleggiano sull’atenosfera. Il movimento di queste placche è ciò che scatena i terremoti. Oltre ai confini delle placche, i terremoti si verificano anche lungo le faglie, crepe nella litosfera causate dalle sollecitazioni create dal movimento delle placche tettoniche.

Esistono diversi tipi di faglie, ma la maggior parte può essere suddivisa in tre categorie: faglie di scorrimento, faglie di spinta e faglie normali. Una faglia di scorrimento si verifica in un’area in cui due piastre scorrono l’una sull’altra, mentre una faglia di spinta si verifica quando le piastre vengono spinte insieme. Un guasto normale è il risultato del distacco delle piastre. Le più grandi faglie normali del mondo si trovano lungo le dorsali oceaniche profonde del Pacifico e dell’Atlantico, dove le placche si stanno separando, schiantandosi contro le placche continentali e causando faglie di spinta. I terremoti lungo ogni faglia hanno caratteristiche diverse che aiutano i sismologi a identificarli.

Le radici di un terremoto si trovano nelle sollecitazioni poste sulla litosfera mentre si sposta sulla superficie della Terra. La pressione si accumula lungo una linea di faglia, che alla fine fallisce, spesso in profondità sotto la crosta terrestre, in un’area chiamata fuoco. Il punto corrispondente sulla superficie del pianeta è chiamato epicentro e di solito qui si verifica la maggiore concentrazione di danni. Quando la faglia fallisce, innesca onde sismiche, onde sonore a frequenza molto bassa che si presentano in diverse forme e che possono causare l’increspatura, il sollevamento, la deformazione o la lacerazione della terra. Le onde possono continuare per ore dopo che il terremoto è stato innescato e le scosse di assestamento, altre scosse più piccole, possono continuare per mesi e forse anche anni dopo.

L’intensità di un terremoto si chiama magnitudo. Varie scale furono proposte per misurare questo fattore fino al 1935, quando fu sviluppata la scala Richter. Sotto questa scala, ogni ordine di grandezza è 10 volte più intenso del precedente. Un terremoto che misura un 2 sulla scala Richter è 10 volte più intenso di un 1, mentre un 3 è 100 volte maggiore. La maggior parte dei terremoti in tutto il mondo sono inferiori a 4.5, la magnitudo alla quale può iniziare a danneggiare gli edifici, e ogni anno ce n’è almeno uno maggiore di 8, con il più grande terremoto moderno mai registrato in Cile nel 1960; ha misurato un 9.5.