Il Principio Antropico è il semplice fatto che viviamo in un universo creato per consentire la nostra esistenza. Se l’universo fosse in un altro modo, noi non esisteremmo e quindi non saremmo in grado di fare alcuna osservazione. Da quando è stato introdotto dal fisico teorico Brandon Carter nel 1973, il Principio Antropico è progressivamente entrato in voga tra le comunità fisiche e filosofiche, fornendo una semplice spiegazione per alcune coincidenze altrimenti molto sconcertanti. Ad esempio, perché alcune costanti fisiche sono così stranamente messe a punto? Mentre alcune persone vedono questo come prova di un creatore soprannaturale, i materialisti osservano semplicemente che se fosse diversamente, non saremmo qui.
A causa dell’interpretazione dei molti mondi della meccanica quantistica, molti fisici sono arrivati a vedere il nostro universo come uno tra tanti, forse un numero infinito, o un superinsieme di universi a volte chiamato “il multiverso”. Sebbene non sappiamo nulla del processo sottostante che potrebbe generare tali universi, presumibilmente è casuale, portando a universi con una varietà di diverse dimensioni, età, densità, dimensioni e leggi fisiche fondamentali.
Considerando una moltitudine di universi generati casualmente, sembra che molti sarebbero ostili all’esistenza delle disposizioni delicate e auto-perpetuanti della materia conosciute come vita. Anche un sottoinsieme più piccolo includerebbe osservatori intelligenti. Se la coscienza è esibita solo da un sottoinsieme di menti intelligenti, allora potrebbero anche esistere universi popolati da intelligenze inconsce, o le ipotetiche entità conosciute nella filosofia della mente come “zombi”. Queste affascinanti linee di pensiero derivano tutte dal riconoscimento delle conseguenze di vasta portata del Principio Antropico.
Il ragionamento antropico è stato impiegato in aree che vanno dalla teoria delle superstringhe – lo sforzo di creare una teoria unificante della gravità quantistica – alla previsione del futuro della razza umana; per indovinare il destino dell’universo. L’uso del principio antropico è stato criticato per la sua capacità quasi inquietante di contribuire ai processi induttivi in una varietà di domini. Inoltre, poiché è così nuovo e insolito, i critici affermano che questo principio è stato sovraesposto in alcune aree. Ad esempio, in The Anthropic Cosmological Principle, John Barrow e Frank Tipler introducono un “Principio antropico finale”, che afferma che una volta che la vita intelligente viene all’esistenza nell’universo, non si estinguerà mai. Tali estenuanti estensioni del Principio hanno suscitato scetticismo tra alcuni pensatori. Altri ritengono che sia semplicemente troppo ampio per fare previsioni utili, verificabili e specifiche.