La storia del teatro non è sempre bella, come dimostra l’arrivo nel XVI secolo del fischietto derisorio noto come richiamo del gatto. I membri del pubblico che volevano esprimere il loro disappunto nei confronti di un attore specifico si lanciavano spesso in un fischio rumoroso e beffardo che si diceva assomigliasse al lamentoso lamento di un gatto. Questo rumore poteva essere sentito sul palco, con grande dispiacere dell’attore o drammaturgo preso di mira. Invece di una chiamata alla ribalta ricettiva, un certo numero di attori ha ricevuto una telefonata alla fine di una performance impopolare.
Il richiamo del gatto è rimasto per secoli parte dell’arsenale di un pubblico poco ricettivo. Il pubblico moderno ha in gran parte abbandonato la pratica, ma un occasionale scherno o un applauso del Bronx possono ancora essere ascoltati ogni volta che un artista non riesce a conquistare la folla o insulta deliberatamente il suo pubblico. I disturbatori di uno spettacolo comico, ad esempio, possono ancora emettere una chiamata penetrante ogni volta che il materiale di un comico fallisce.
Un richiamo di gatto è spesso associato nella mente delle persone al fischio del lupo, un fischio bicolore di solito diretto a membri attraenti del sesso opposto. Una chiamata di gatto può essere una serie di grida forti usate per attirare l’attenzione, mentre il fischio del lupo salace essenzialmente sigilla l’affare. Il rumore non è sempre pensato per essere derisorio, ma è pensato per essere notato. Urla, urla, applausi del Bronx e altri rumori maleducati potrebbero rientrare in questo termine.
L’espressione può essere un po’ confusa, dal momento che la maggior parte dei proprietari di gatti attesterà che chiamare un vero gatto è quasi impossibile. È più probabile che il termine derivi da “caterwauling”, l’incredibile quantità di rumore generato dai gatti che si radunano nei vicoli di notte. Il suono è inconfondibilmente aspro, proprio come i fischi e gli scherni rumorosi creati durante il richiamo del gatto del pubblico.