In che modo gli archeologi datano i manufatti?

La razza umana esiste da almeno centomila anni, e forse anche di più. Tuttavia, la scrittura fu inventata solo nel 5000 a.C., e anche allora, poche persone erano alfabetizzate e i metodi di archiviazione erano molto poveri. Pertanto, informazioni su circa il 99% della storia umana possono essere recuperate solo attraverso lo studio di manufatti e fossili. Per capire dove un dato artefatto si inserisce nello schema della storia richiede di datarlo con un grado di precisione affidabile. Fortunatamente, esistono buoni metodi per farlo.

Scavi Archeologici

Il metodo più antico per datare i manufatti consiste nell’osservare in quali strati di roccia si trovano all’interno. Per determinarlo con precisione, ogni strato di terreno deve essere rimosso, un processo noto come estrazione, durante lo scavo archeologico. L’attività dell’archeologia è svolta in maniera estremamente attenta al fine di fornire i risultati più accurati; questo richiede spesso molto tempo e può durare giorni, mesi o addirittura anni. Nel corso degli anni, gli archeologi hanno raccolto le loro scoperte in grandi database contenenti informazioni sui tipi di manufatti che corrispondono alle diverse civiltà e sui tipi di suolo in cui di solito si trovano.

Tipologia

Un altro metodo per datare i manufatti è chiamato tipologia, che significa semplicemente lo studio dei tipi. In tipologia, un ricercatore studia il materiale di un manufatto, la sua forma e il suo scopo più probabile. A causa della necessità tecnologica, gli artefatti più complessi sono più recenti degli artefatti più semplici, quindi spesso un artefatto può essere datato semplicemente osservando i materiali e il processo utilizzati per realizzarlo. Se il manufatto proviene da una civiltà che possedeva documenti scritti, la datazione è ancora più semplice perché esistono indizi testuali su quali manufatti sono stati prodotti durante quali epoche.

Incontri Carbon-14

Uno dei metodi più comunemente usati di datazione degli artefatti è la datazione al carbonio-14, nota anche come datazione al radiocarbonio. Questo metodo funziona solo per datare organismi che una volta erano vivi non più di 58,000-62,000 anni fa. Datando un campione di organismo trovato vicino al manufatto trovato originale, gli archeologi possono apprendere informazioni sul periodo e sulla storia del manufatto.

Gli organismi assorbono naturalmente il carbonio-14 mentre sono vivi, ma quando muoiono smettono di assorbirlo. Il carbonio-14 ha un’emivita di 5,000 anni, quindi decade lentamente e la sua frequenza diminuisce man mano che il materiale organico viene sepolto. Determinare l’esatta quantità di carbonio-14 in un campione può fornire un’approssimazione molto ravvicinata della data di creazione del manufatto corrispondente.