Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain è stato definito il “grande romanzo americano” e William Faulkner ha dato all’autore e umorista l’alto titolo di “padre della letteratura americana”. Dietro le quinte, però, Samuel Langhorne Clemens – il suo vero nome – era un uomo eccentrico devoto ai suoi gatti. Clemens teneva sempre i gatti in casa, fino a 19 alla volta. E quando lo scrittore andava in vacanza, affittava persino dei gattini in modo da non rimanere mai senza un compagno felino, o tre.
Gatti, comete e creatività:
Clemens una volta disse: “Se l’uomo potesse essere incrociato con il gatto, migliorerebbe l’uomo ma deteriorerebbe il gatto”.
Twain ha dato ai suoi gatti nomi insoliti, tra cui: Apollinaris, Beelzebub, Blatherskite, Buffalo Bill, Satan, Sin, Sour Mash, Tammany, Zoroaster, Soapy Sal, Pestilence e Bambino.
Clemens nacque nel 1835, poco dopo che la cometa di Halley sfrecciava nel cielo. L’autore diceva sempre che sarebbe morto al ritorno della cometa, e così è stato, il giorno dopo il ritorno della cometa nel 1910.