Autismo e schizofrenia sono stati spesso collegati in una forma o nell’altra, dai primi giorni della diagnosi agli studi genetici all’avanguardia. Fino alla fine degli anni ‘1970, ai bambini autistici veniva erroneamente diagnosticata la schizofrenia infantile. Sebbene i metodi diagnostici successivi abbiano stabilito una chiara differenza tra autismo e schizofrenia, gli studi genetici hanno stabilito un legame tra i due, scoprendo che potrebbero avere origini simili durante lo sviluppo fetale.
L’esatta relazione tra autismo e schizofrenia è ancora in discussione, ma gli studi genetici hanno gettato nuova luce sul legame tra le due condizioni. La mappatura dell’intero genoma umano, completata nel 2003, ha notevolmente facilitato l’individuazione di geni e mutazioni simili tra i pazienti autistici e schizofrenici. Ciò ha spinto alcuni ricercatori a credere che l’autismo e la schizofrenia condividano un’origine comune. Gli studi effettuati nel 2008 e nel 2009 hanno scoperto che i pazienti con autismo e schizofrenia condividono alcuni gruppi di geni e simili impronte digitali del DNA. Altri studi hanno scoperto che i pazienti con entrambe le condizioni avevano una crescita cerebrale insolita nella loro infanzia.
Attraverso lo studio del genoma umano, gli scienziati hanno scoperto che le persone con schizofrenia e quelle con autismo condividono un’irregolarità negli stessi geni. Le persone senza questi disturbi hanno due copie di questi geni particolari. Le persone autistiche hanno solo una copia e le persone con schizofrenia hanno troppe copie. Quindi, mentre le origini dello sviluppo fetale potrebbero essere simili, questo studio ha mostrato che le due condizioni potrebbero essere geneticamente abbastanza opposte l’una dall’altra.
Un altro studio condotto nel 2008 ha indicato che la schizofrenia e l’autismo – e il modo in cui il cervello si sviluppa – possono essere collegati ai geni forniti dal padre rispetto ai geni forniti dalla madre. La teoria sostiene che uno spostamento dalla parte del padre comporterebbe una disposizione verso oggetti, modelli e processi meccanici, con una nota mancanza di sviluppo sociale; questo significherebbe che il bambino potrebbe avere maggiori probabilità di avere l’autismo o condizioni simili come la sindrome di Asperger. D’altra parte, un’inclinazione genetica verso la parte materna porrebbe l’accento su emozioni e stati d’animo, i cui estremi possono portare alla schizofrenia ma anche ai disturbi bipolari, alla depressione e all’ansia.
In sostanza, se la teoria è corretta, ciò pone l’autismo e la schizofrenia agli estremi opposti dello spettro dei disturbi neurologici. Il loro approccio, che amplia l’ambito della ricerca oltre quello della mera genetica, ha spinto altri ricercatori a guardare ai disturbi cerebrali da nuove angolazioni. Nuovi studi basati su questa teoria potrebbero benissimo portare con sé un modello completamente nuovo di diagnosi e trattamento psichiatrico.