Cos’è l’iperemia?

L’iperemia è una condizione in cui il sangue si congestiona in una particolare area del corpo. Può essere attivo o reattivo.

L’iperemia attiva si verifica durante la contrazione muscolare, che gli è valsa nomi aggiuntivi, come iperemia funzionale e iperemia da esercizio. Altre cause includono un aumento dell’attività mentale, cardiaca o gastrointestinale. Con l’iperemia attiva, il sangue si accumula in un particolare organo come risultato di un aumento del flusso sanguigno causato dalla dilatazione della muscolatura liscia arteriolare, che è spesso dovuta ad un aumento del metabolismo. Quando l’attività metabolica dell’organo è aumentata, sviluppa una ridotta capacità di vasodilatare e di eseguire il reclutamento vascolare. Ciò è particolarmente vero se è interessato un muscolo scheletrico.

L’iperemia attiva diventa evidente entro pochi secondi dall’aumento del metabolismo tissutale, che aumenta anche il flusso sanguigno. Questo aumento del flusso sanguigno torna alla normalità quando il metabolismo viene ripristinato alla normalità. La gravità della condizione è determinata da quanto è aumentata l’attività metabolica.

Con l’iperemia reattiva, nota anche come iperemia passiva, il sangue si accumula in un organo del corpo in risposta a un blocco nelle vene che dovrebbero espellere il sangue. Questo di solito avviene dopo che una persona ha sperimentato un periodo di ischemia, come l’occlusione arteriosa. Ciò porta a una carenza di ossigeno e ad un aumento della quantità di rifiuti metabolici che si accumulano nell’organo.

L’iperemia reattiva può verificarsi dopo che un laccio emostatico viene applicato all’arto di una persona e quindi rimosso. Può anche verificarsi quando i vasi arteriosi di una persona vengono bloccati, ad esempio durante un intervento chirurgico, e quindi rilasciati. Se una persona subisce occlusioni coronariche, come quelle sperimentate con un vasospasmo coronarico, può verificarsi un’iperemia reattiva. Sperimentare l’occlusione coronarica solo per pochi brevi secondi pone elevate richieste metaboliche sul miocardio in contrazione, che si traduce in una pronunciata congestione del sangue. Più a lungo una persona sperimenta l’occlusione coronarica, più grave sarà la condizione e più a lungo durerà.