L’aggressività relazionale è un tipo di comportamento aggressivo che impiega abilità sociali, di solito all’interno di un gruppo, per infliggere dolore non fisico a uno o più individui. Esistono diversi tipi di aggressione relazionale: tradimento, esclusione o solitudine, pettegolezzi, umiliazioni e bugie. Conosciuto anche come aggressione nascosta o bullismo nascosto, questo tipo di abuso psicologico è più diffuso tra le adolescenti e le adolescenti.
Le radici storiche dell’aggressività relazionale sono antiche quanto il tempo stesso. Folklore, leggende, letteratura e film sono stati prodotti sull’argomento. Il termine “aggressione relazionale” è stato ideato da due ricercatori dell’Università del Minnesota nel 1995; da allora è diventato ampiamente utilizzato come nome definitivo per l’aggressività psicologica in contesti sociali che non includono l’abuso fisico.
I tipi di aggressione relazionale illustrano la misura in cui questo comportamento può avere un impatto negativo sulla vita di una vittima. La forma di tradimento del comportamento prende forma quando chi ha inflitto l’abuso torna alle promesse o rinnega gli accordi con la vittima. Nella forma di esclusione o solitudine, alla vittima è proibito, attraverso atti di prepotenza e intimidazione, interagire con la cerchia sociale dell’istigatore, evitando così la vittima. Il tipo di aggressione relazionale del gossip comporta che l’aggressore divulghi dettagli intimi sulla vittima, che va di pari passo con l’umiliazione, in cui l’istigatore disonora e imbarazza la vittima di fronte ad altre persone. Con la forma bugiarda dell’aggressività relazionale, l’aggressore inventa storie inventate sulla vittima e diffonde maliziosamente queste informazioni ad altri come fatti.
L’aggressività relazionale può essere collegata a vari disturbi psicologici. Poiché non è coinvolta la violenza fisica, è di natura simile al comportamento passivo-aggressivo, ma, quando si verifica all’interno della casa, potrebbe anche essere classificata come una forma di violenza domestica non fisica. È, in fondo, una forma di manipolazione psicologica che può distruggere la vita dei giovani e produrre traumi psicologici duraturi.
Ci sono diversi segni premonitori di aggressione relazionale nelle vittime. Se un giovane diventa depresso, esce dalla sua cerchia sociale o inizia a evitare le altre persone, potrebbe essere vittima di un’aggressione relazionale. Ulteriori bandiere rosse potrebbero comportare un livello gradualmente elevato di ostilità, modelli di negazione irremovibile e persino la sindrome di Stoccolma, in cui una vittima inizia a identificarsi con il suo aggressore. Gli esperti affermano spesso che solo perché un giovane afferma di non essere vittima di abusi non significa che sia necessariamente così. I genitori sono incoraggiati a usare il loro miglior giudizio nel determinare se il loro bambino è una vittima di aggressione relazionale.