Il tubo endovenoso, chiamato anche tubo IV, è il condotto di plastica utilizzato per somministrare vari fluidi ai pazienti attraverso un ago inserito in una delle vene del paziente. Sangue o fluidi arricchiti con elettroliti viaggiano lungo i tubi endovenosi dalla sacca endovenosa alla vena del paziente. Un importante progresso medico, le tecnologie per via endovenosa consentono di somministrare i trattamenti direttamente nel flusso sanguigno di un paziente su base continua. Molti dei tubi hanno varie linee che consentono ai pazienti di ricevere più trattamenti dalla stessa linea endovenosa. Il tubo stesso è realizzato in plastica flessibile ma resistente che non interagisce con i farmaci somministrati attraverso il tubo.
Una volta che un paziente è collegato a una linea endovenosa, è possibile somministrare più farmaci senza la necessità di somministrare ulteriori iniezioni. Sangue, farmaci e fluidi nutrizionali o elettrolitici possono essere somministrati in questo modo. Diverse deviazioni nel tubo endovenoso consentono ai medici di somministrare il trattamento da diverse sacche endovenose o di effettuare iniezioni direttamente nella linea endovenosa. Le sacche di liquido o sangue possono anche essere cambiate senza rimuovere l’ago ipodermico, il che consente ai pazienti di ricevere il trattamento in modo continuo.
Polipropilene, nylon e dynaflex sono alcuni dei materiali più comuni di cui sono fatti i tubi endovenosi. In quanto materie plastiche, questi materiali sintetici possono essere fabbricati con particolari qualità che li rendono ideali per questo uso. Questi materiali utilizzati sono flessibili, resistenti, a prova di perdite e non reagiscono con le sostanze chimiche trasportate attraverso di essi. I produttori di tubi endovenosi possono realizzare tubi di vari spessori e forme in base alle specifiche loro fornite.
I progressi nella somministrazione endovenosa di farmaci nel 1800 hanno portato allo sviluppo di tubi per via endovenosa. Nel 1855, il dottor Alexander Wood divenne la prima persona a utilizzare un ago ipodermico per iniettare medicinali direttamente nella vena di un paziente. Nel 1896, una società francese, la H. Wulfing Luer Company, sviluppò la connessione Luer, che permetteva di attaccare e staccare facilmente la testa di un ago ipodermico da una siringa di vetro. Questa connessione, che è composta da componenti maschili e femminili rastremati, è ancora utilizzata oggi per collegare vari pezzi in una linea endovenosa. Questi pezzi ad incastro consentono ai medici di cambiare le sacche endovenose, aggiungere ulteriori linee di gocciolamento e collegare il tubo endovenoso all’ago nella vena del paziente con il minimo disagio per il paziente.