Perché la Svizzera è considerata un Paese neutrale?

A causa della sua posizione geografica, della composizione etnica della sua popolazione e del suo territorio relativamente ristretto, la Svizzera ha dovuto ottenere uno status neutrale per mantenere la sua coesione interna. Le Alpi svizzere servono a collegare la Germania e la Francia attraverso la penisola italiana e, nel corso della storia del paese, il suo territorio nazionale è stato ambito dalle potenze circostanti. Dichiarare la neutralità ed essere pronti a farla rispettare è stato e continua ad essere il miglior mezzo con cui la Svizzera può mantenere la sicurezza nazionale.

La popolazione svizzera è composta da parlanti francese, tedesco, italiano e romancio. Queste sono le quattro lingue ufficiali del paese e rappresentano la diversità che è esistita all’interno dei suoi confini per gran parte della sua storia. Infatti, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, la nazione fu ridotta a uno stato vassallo a causa di disordini interni. Fu Napoleone Bonaparte che, nel 18, ripristinò l’ordine.

Con la sconfitta di Napoleone, tuttavia, gli svizzeri erano determinati a non subire mai più un’invasione. Nel 1815 il Congresso di Vienna, composto dalle maggiori potenze europee che si erano riunite per discutere le relazioni internazionali nell’era post-napoleonica, ritenne la Svizzera un Paese neutrale. Questa neutralità fu riaffermata nel 1920 da numerosi paesi. Una volta entrata a far parte della Società delle Nazioni, negli anni ‘1920 e ‘1930, era disposta ad assumere i doveri delle nazioni membri, annullando così il suo status di neutralità. Negli anni ‘1930, tuttavia, il paese ha riacquistato il suo status di neutralità una volta sollevato da questi doveri.

Durante la seconda guerra mondiale, il paese ha aderito al suo status di neutralità non essendo mai stato ufficialmente coinvolto nella guerra. Il suo status era anche il risultato del suo piccolo territorio geografico, che misura un totale di 15,940 miglia quadrate (41,285 chilometri quadrati). Mentre l’esercito svizzero era completamente mobilitato in caso di invasione tedesca, si era capito che la nazione sarebbe caduta.

La neutralità non è stata pienamente attuata dagli svizzeri. C’è motivo di credere che le banche nazionali e private svizzere abbiano aiutato i funzionari nazisti a riciclare merci rubate durante l’Olocausto. È noto anche che i produttori di materiale bellico hanno aiutato le potenze dell’Asse. Risultati recenti, registrati in un rapporto noto come rapporto Eizenstat del 1997, indicano tuttavia che tali attività non possono essere dimostrate. Inoltre, la Svizzera ha anche permesso agli Alleati di raccogliere informazioni di intelligence sulle attività delle potenze dell’Asse.

Oggi la Svizzera rimane ufficialmente una nazione neutrale per gli stessi motivi per cui lo ha sempre fatto, nonostante il coinvolgimento con istituzioni multilaterali. È entrata a far parte delle Nazioni Unite nel 2002, ma dal 2013 non fa parte dell’Unione Europea.