Cos’è il giainismo?

Il giainismo è una religione ascetica che ha avuto origine in India intorno al VI secolo a.C. I membri di questa religione credono nella non violenza verso tutti gli esseri viventi e si sforzano di vivere vite innocue che utilizzano il meno possibile le risorse del mondo. L’obiettivo finale dei giainisti, come vengono chiamati i seguaci del giainismo, è liberare l’anima da tutto il karma, ottenendo così la liberazione. Ci sono meno di cinque milioni di seguaci del giainismo nel mondo, la maggior parte dei quali vive in India.

I giainisti credono che quasi tutto abbia una jiva, che di solito viene tradotta come “anima”, che è in qualche fase della reincarnazione, intrappolata in un ciclo di nascita e rinascita. I giainisti credono che sia possibile sfuggire a questo ciclo e ottenere moksha, o liberazione, seguendo tre idee centrali, note come i tre gioielli. Queste tre idee sono retta credenza, retta conoscenza e retta condotta. La retta convinzione si riferisce al vedere chiaramente ed evitare i preconcetti; retta conoscenza significa comprendere l’universo reale secondo le scritture Jain; la giusta condotta si riferisce alla liberazione dagli attaccamenti, seguendo l’etica giainista ed evitando di danneggiare gli esseri viventi.

Le persone che seguono questa religione tentano di non nuocere a nessun essere vivente. Evitano di calpestare o respirare gli insetti, spesso coprendosi anche naso e bocca con un panno per evitare di inalare accidentalmente qualsiasi cosa viva. I giainisti sono vegetariani rigorosi e non mangeranno alcun ortaggio a radice, poiché quando la radice viene estratta, l’intera pianta muore. Questi sono solo alcuni dei modi in cui i giainisti cercano di mostrare rispetto per tutte le forme di vita mentre cercano la moksha.

I giainisti non credono in Dio, in un creatore o in alcuna forma di essere supremo. Credono che l’universo non abbia né inizio né fine, né creatore. Le persone che raggiungono moksha, o si liberano dal ciclo di rinascita, mentre sono in vita sono chiamate jina, che significa “coloro che vincono”. Le persone che hanno raggiunto questo livello possono essere considerate dei, o esseri divini che hanno raggiunto la perfezione.

Il karma è anche un fattore nel giainismo, con cattive azioni o pensieri che attirano il karma, che i giainisti considerano una sostanza fisica. Si ritiene che parte del karma influisca sull’esito delle rinascite. Affinché un’anima possa raggiungere la liberazione, tutto il karma deve essere bruciato e ogni passione deve essere eliminata in modo che non possa più attaccarsi. Solo allora l’anima ascenderà a uno stato di beatitudine.

Il giainismo enfatizza la mancanza di dipendenza dai beni materiali e molti giainisti credono che dovrebbero avere il minor numero possibile di beni materiali. Un ordine di monaci giainisti, i Digambara, o “vestiti di cielo”, non indossano affatto abiti, poiché hanno rinunciato a tutti i possedimenti. Tutti i monaci o le monache giainisti devono prendere cinque voti: non violenza, dire la verità, non rubare, castità e rinuncia ai beni materiali.
Una figura importante nel giainismo è un uomo indiano del VI secolo aC di nome Mahavira. Mahavira era un contemporaneo di Buddha ed è menzionato in alcune scritture buddiste. Il giainismo condivide alcune credenze, anche se non tutte, con l’induismo e il buddismo.