Un piano pensionistico non contributivo è un tipo di piano pensionistico che non richiede contributi dei dipendenti. Invece, il datore di lavoro versa tutti i contributi, utilizzando una formula specifica per determinare l’importo dei contributi annuali. In genere, i regolamenti governativi pongono limiti all’importo totale che il datore di lavoro può inserire ogni anno in una pensione non contributiva.
Diversi fattori possono concorrere a determinare quanto un datore di lavoro contribuisce ogni anno a una pensione non contributiva. Il numero di anni in cui il dipendente è stato in azienda avrà spesso un ruolo nel determinare tale cifra. Inoltre, nel calcolo dell’importo del contributo può avere un ruolo anche il salario totale o la retribuzione percepita dal dipendente durante tale periodo annuale. In genere ci sono anche disposizioni per la salute del dipendente. La formula prenderà in considerazione anche l’attuale importo massimo dei contributi consentito dal governo e adeguerà di conseguenza il contributo per ciascun dipendente.
Uno dei principali vantaggi di una pensione non contributiva è che il dipendente non deve preoccuparsi di trattenere una parte della sua busta paga per finanziare il piano pensionistico. Il totale nel piano è relativamente facile da tracciare e rende facile determinare quanti soldi saranno nel piano quando il dipendente raggiunge l’età pensionabile. Ciò è particolarmente vero se il datore di lavoro fa scelte oculate nell’investimento dei proventi nel piano pensionistico non contributivo.
In generale, un piano pensionistico non contributivo non prevede la possibilità di iniziare a percepire i benefici prima dei 65 anni. Ciò significa che è improbabile che un dipendente che sceglie di andare in pensione anticipata non riceva alcun esborso dal piano per un periodo di diversi anni se sceglie di andare in pensione all’età di 55 o 62 anni, anche se l’azienda consente il pensionamento a tali età. Per questo motivo, molti dipendenti che hanno piani pensionistici non contributivi sceglieranno di lavorare fino all’età richiesta di 65 anni, anche se hanno altri programmi pensionistici come un Conto Pensione Individuale o un Conto Risparmio Individuale che gestiscono separatamente dal datore di lavoro.
Mentre una pensione non contributiva è un vantaggio relativamente semplice per un dipendente, il processo di gestione di questo tipo di piano può essere alquanto complicato per un datore di lavoro. La necessità di rimanere nell’ambito della compliance governativa come parte della gestione del piano è cruciale e richiede un monitoraggio costante di eventuali modifiche normative che potrebbero influenzare il funzionamento del piano pensionistico. Piani di questo tipo possono anche essere alquanto costosi, soprattutto quando l’economia generale entra in un periodo di recessione e il datore di lavoro genera meno entrate che possono essere dirottate su tali pensioni.
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