Cos’è il nanostorage?

“Nanostorage” è una parola d’ordine usata raramente, come “nanochip” usato per descrivere alcuni tipi di tecnologia di archiviazione della memoria che sfruttano caratteristiche su scala nanometrica, o talvolta, la scala degli atomi (un atomo di silicio ha un diametro di circa 1/10 nanometro ). La parola è usata così raramente che non è chiaro a cosa si riferisca esattamente, ma la maggior parte delle tecnologie discusse nell’articolo sui nanochip si riferisce anche al nanostorage. L’obiettivo del nanostorage è fare soldi offrendo supporti di archiviazione a densità più elevata con nuove applicazioni. Ad esempio, un’unità di archiviazione da 100 terabyte potrebbe contenere anni di video (oltre 100,000 ore).

L’esempio archetipico di “nanostorage” sarebbe Millipede di IBM, che utilizzava una sonda basata su MEMS (sistemi microelettromeccanici) che manipola la carica in minuscoli condensatori per memorizzare i dati. Tuttavia, nonostante gli annunci che la tecnologia sarebbe stata resa commerciale alla fine del 2007, il flusso di pubblicazioni è cessato nel 2006, il che significa che il progetto è stato probabilmente chiuso e la tecnologia abbandonata.

“Nanostorage” ha ricevuto alcune notizie nel 2004 quando NanoMarkets LC, un gruppo di analisi di mercato, ha previsto che il mercato del nanostorage avrebbe penetrato quasi il 40% del business delle unità disco e dei chip di memoria entro il 2011, con un valore combinato di $ 65.7 miliardi. Il rapporto ha inoltre affermato che la tecnologia sarebbe altamente dirompente per l’industria delle unità disco perché potrebbe fondere le capacità di archiviazione dei dati e chip di memoria, dispositivi attualmente distinti.

Le tecnologie che rientrano nell’ambito del “nanostorage” includono MRAM (memoria ad accesso casuale magnetoresistivo), che i suoi sostenitori ritengono abbia vantaggi così schiaccianti da diventare la nuova memoria universale dominante, NRAM (memoria ad accesso casuale nano), che codifica i dati come modelli nei nanotubi di carbonio, memoria olografica, che codificherebbe i dati utilizzando più angoli e strati all’interno dello stesso supporto, e memoria molecolare, che è un termine generico per qualsiasi altra cosa che utilizza singole molecole per memorizzare i dati, il che implica una grande capacità di archiviazione.