La giustizia riproduttiva è una filosofia femminista e progressista che enfatizza il diritto di tutte le donne, indipendentemente da razza, nazionalità o classe sociale, di prendere le proprie decisioni sulla gravidanza e sulla salute riproduttiva. Il termine giustizia riproduttiva è stato adottato da molti gruppi femministi progressisti, in particolare quelli composti da donne di colore, negli anni ‘1990 per comunicare il loro impegno a favore di un ampio spettro di diritti riproduttivi. Questi gruppi in genere sostenevano che la considerazione dei diritti riproduttivi, compreso il diritto all’aborto e l’accesso alla contraccezione, dovesse essere considerata una questione di giustizia sociale piuttosto che solo una questione di scelta privata. I sostenitori di questa filosofia criticano spesso i tradizionali sostenitori dell’aborto e della contraccezione per aver inquadrato la discussione sui diritti riproduttivi come una questione di scelta, che non riesce a riconoscere i modi in cui il razzismo e le disparità economiche limitano le scelte di molte donne. Pertanto, coloro che percepiscono i diritti riproduttivi come una questione di giustizia sostengono che, mentre le donne dovrebbero avere accesso ai servizi di contraccezione e aborto, dovrebbero ugualmente avere accesso alle cure prenatali ed essere protette da sterilizzazioni indesiderate o misure invasive di pianificazione familiare.
Negli anni ‘1990, le idee di giustizia riproduttiva hanno iniziato ad attirare l’attenzione in vari movimenti sociali progressisti, come quelli che sostenevano la giustizia sociale e i diritti delle donne. Le femministe di colore e altre attiviste antirazziste hanno sostenuto che il semplice fatto di rendere legale l’ottenimento dell’aborto o dei servizi contraccettivi non fornisce effettivamente l’accesso ai servizi di salute riproduttiva. In un quadro di giustizia riproduttiva, le donne non sarebbero limitate nelle loro scelte riproduttive dalla mancanza di fondi o dall’impossibilità di accedere a cure di qualità. Le donne non sarebbero nemmeno scoraggiate dalle politiche pubbliche, dagli operatori sanitari o dai dipendenti dei servizi sociali dall’avere figli semplicemente a causa della loro situazione economica, razza o etnia. Invece, le donne avrebbero accesso a servizi medici e di altro tipo che le aiuterebbero ad avere una gravidanza sana, a vivere un parto sicuro e ad essere in grado di fornire una casa sicura ai loro figli.
I sostenitori della giustizia riproduttiva cercano anche la fornitura di servizi di salute sessuale culturalmente sensibili. Questi servizi aiuterebbero tutte le donne a proteggere la propria salute riproduttiva ea ricevere un trattamento efficace per le infezioni sessualmente trasmissibili e altri problemi di salute. Oltre ai servizi sanitari accessibili, la giustizia riproduttiva imporrebbe anche la disponibilità di un’educazione sessuale di qualità, che consentirebbe alle persone di partecipare pienamente alle decisioni sul loro comportamento sessuale e sulla salute sessuale e se desiderano diventare genitori di un bambino.