L’ipotesi di input è un’ipotesi nell’acquisizione della seconda lingua sviluppata da Stephen Krashen, che afferma che uno studente di lingue ottiene il massimo beneficio dalla ricezione di input linguistici appena oltre la sua attuale interlingua o livello di comprensione grammaticale. Questo tipo di input è noto come input comprensibile o “i + 1”, dove “i” si riferisce all’interlingua dello studente. Secondo Krashen, è più probabile che si ottenga un input comprensibile dall’interazione con un altro parlante della lingua.
Per alcuni aspetti, l’ipotesi di input è abbastanza intuitiva. Chi capisce solo poche frasi basilari del cinese non trarrà molto beneficio dall’ascoltare un discorso scientifico in cinese poiché sarà incomprensibile. Allo stesso modo, qualcuno che è quasi fluente in italiano non acquisirà molta conoscenza grammaticale da un libro illustrato per bambini, perché non introdurrà nuove caratteristiche grammaticali.
Krashen, tuttavia, attinge a teorie più complesse sull’acquisizione della seconda lingua per fare la sua affermazione. L’ipotesi dell’interlingua afferma che gli studenti acquisiscono le caratteristiche grammaticali di una lingua in un ordine prevedibile e che in un dato momento lo studente ha una struttura grammaticale internamente coerente nota come interlingua. Man mano che lo studente progredisce, l’interlingua diventa sempre più simile alla grammatica reale della lingua di destinazione. L’ipotesi di input afferma che l’input di uno stadio più vicino alla lingua di destinazione – o i + 1 input – aiuta lo studente ad acquisire la serie successiva di caratteristiche grammaticali. Non è sufficiente, tuttavia, che uno studente riceva passivamente input comprensibili; lui o lei deve quindi analizzare i nuovi dati per far avanzare l’interlingua.
L’ipotesi dell’input afferma che il modo migliore per gli studenti di raccogliere input comprensibili è attraverso una sorta di processo di comunicazione per tentativi ed errori. Lo studente cerca i partner di conversazione, che modificano il loro discorso finché non diventa comprensibile allo studente. Questo processo può essere aiutato dalla comunicazione non verbale, ad esempio dai gesti e dal feedback dello studente. Quando il processo ha successo, l’interlingua dello studente cresce per adattarsi alle nuove caratteristiche grammaticali che ha osservato.
Krashen afferma che l’output, o la produzione del parlato, ha poca o nessuna rilevanza nell’acquisizione della seconda lingua. Molti altri ricercatori hanno criticato questa posizione, tuttavia, affermando che l’apprendimento del linguaggio e l’elaborazione sintattica più avanzati devono passare attraverso il processo per tentativi ed errori non solo di comprendere, ma anche di parlare. L’output linguistico consente a chi parla di testare le proprie ipotesi grammaticali e di modificarle se la comunicazione non ha successo.