Un’epifania può essere descritta come un momento di autorealizzazione o scoperta che illumina o rivela il carattere della persona. Il termine è radicato nella parola greca epiphania, che si traduce in manifestazione. Come usato nella narrativa moderna, filosofia e psicologia, un’epifania è la manifestazione di auto-verità.
Alcuni paragonano un’epifania alla Gestalt, il momento “Aha” in cui le cose su se stessi diventano chiare. Nella terapia della Gestalt, e in altre forme di psicoterapia, si spera che i clienti sperimentino non un momento di autorealizzazione, ma molti. La manifestazione dell’autoverità può ispirare il cambiamento e risolvere i problemi.
Spesso in filosofia, un’epifania è descritta non solo come un’autorealizzazione, ma come illuminazione su un groviglio mentale che riguarda le persone in generale. I filosofi possono ottenere rari lampi di intuizione che sembrano dare loro momenti di comprensione più profonda, a loro avviso, in problemi molto complessi. Un tale impeto di comprensione può provocare grande gioia, ma in seguito può essere liquidato come troppo semplice.
Molti autori, ma in particolare James Joyce, hanno usato il concetto con grande efficacia. In Ritratto dell’artista da giovane di Joyce, ogni racconto ruota attorno al personaggio centrale che vive una sorta di epifania.
Joyce di certo non voleva dire che un’epifania fosse necessariamente un momento positivo. È stato un momento chiarificatore, tuttavia, quando sia il personaggio che il lettore sono giunti a una conclusione sui difetti profondi del personaggio. Joyce non è stato chiaramente il primo scrittore a utilizzare il concetto. Queste rivelazioni sono essenziali per i drammaturghi greci classici. La scoperta da parte di Edipo della sua incapacità di sfuggire al destino è essenzialmente un’epifania.
In quanto tale, un’auto-verità può implicare un momento molto doloroso e infelice. Potrebbe non fornire una soluzione, ma potrebbe invece comportare una maggiore complessità. L’epifania di Edipo di essere cieco al destino si traduce nella sua follia e nell’accecamento di se stesso. La risposta di sua madre/moglie è ancora più esagerata: si impicca.
In psicologia, ai consulenti di formazione viene insegnato che è importante non anticipare il cliente. Arrivare a una realizzazione deve essere graduale e un processo guidato in sicurezza. L’autoindagine e la rivelazione della verità su se stessi possono essere psichicamente dolorose e, in pazienti instabili, possono provocare autolesionismo.
Proprio come nell’allegoria della caverna di Platone, alcune persone non sopportano la luce e possono affrontare la verità o l’inganno nelle loro vite con grande paura e tremore. Potrebbero voler tornare rapidamente alla grotta. Per altri, come descrive Platone, affrontare la luce apre possibilità sorprendenti. Fissano il sole e accolgono un’epifania con gioiosa soggezione e meraviglia.