Un wendigo è un mostro della leggenda dei nativi americani, in particolare il popolo Anishinaabe che vive nel Canada moderno e negli Stati Uniti nella regione dei Grandi Laghi. Le rappresentazioni della creatura nella letteratura e nella tradizione variano ampiamente, ma in generale è associata a forte vento e freddo e di solito miete le sue vittime durante la notte. Il wendigo tipicamente insegue cacciatori o viaggiatori nei boschi. Molti dei comportamenti e degli attributi del mostro suggeriscono che sia una personificazione di condizioni difficili in inverni pericolosamente gelidi.
In alcune storie, il wendigo una volta era umano, mentre in altre è puramente soprannaturale. Si dice spesso che mangi carne umana, e alcune versioni del racconto raccontano che gli umani che praticano il cannibalismo, anche nella disperazione, diventeranno wendigo. Se le vittime umane non sono disponibili, la creatura mangia oggetti non alimentari come muschi e licheni, portando alcuni a credere che il mostro sia un simbolo della fame e degli orrori che può provocare sui malati.
In vari racconti, il wendigo ha altri attributi che suggeriscono gli orrori degli inverni estremi. A volte ha un cuore di ghiaccio o è interamente fatto di ghiaccio e può essere sconfitto solo se sciolto. Si dice spesso che al wendigo manchino le estremità, come labbra, naso e piedi, che comunemente vengono perse a causa del congelamento. A volte si dice che sia troppo sottile per vedere dalla vista laterale, ancora una volta suggestivo di fame. La creatura è anche associata alla follia, poiché coloro che sopravvivono al suo attacco impazziscono, a volte correndo nudi nella neve.
Il wendigo è entrato nel mondo della narrativa horror attraverso il racconto di Algernon Blackwood del 1910 The Wendigo. In questa storia, il mostro non viene mai descritto fisicamente. Chiama la sua vittima, la guida franco-canadese del narratore, di notte, e la sua voce è indistinguibile dal vento. Alla fine, la vittima perde i sensi e risponde alla chiamata.
Il mostro quindi trascina via la sua vittima così velocemente che i suoi piedi vengono bruciati nel processo e trasformati in piedi come quelli del wendigo. Il suo grido di “Oh, i miei piedi di fuoco!” ha anche associazioni con il congelamento, che è accompagnato da una sensazione di bruciore. Il mostro in seguito fa la sua apparizione nelle vesti presunte della guida rapita, e alla fine della storia di Blackwood, il cadavere della guida viene trovato con i piedi congelati. Dalla storia di Algernon Blackwood, il wendigo è stato un personaggio ricorrente nella letteratura e nei film horror, anche se spesso assomiglia poco all’originale dei nativi americani.
Nelle culture in cui ha avuto origine il wendigo, è stata documentata una psicosi nota come Windigo in casi risalenti al XIX secolo e precedenti. I malati hanno commesso omicidi violenti e spesso sono stati coinvolti nel cannibalismo. A volte si diceva che il trattamento da parte di guaritori tradizionali o praticanti della medicina occidentale fosse efficace.
Oggi si sa poco della vera ragione dietro questi apparenti casi di psicosi. Leggenda e fatto sono indissolubilmente connessi nei registri sulla condizione. Alcuni casi potrebbero essere stati semplicemente cannibalismo a causa della fame o un tipo più universale di psicosi interpretata culturalmente per adattarsi al mito del wendigo. Altri casi documentati, tuttavia, sono meno facilmente spiegabili.