Che cos’è la supplenza?

La supplenza è un termine per descrivere uno stato in cui una parola non segue un determinato modello linguistico di utilizzo. Ad esempio, quando una parola ha una radice fissa, alla quale possono essere associati suffissi o prefissi per denotare il tempo grammaticale, il flusso di declinazioni o coniugazioni può essere facilmente compreso e utilizzato. Quando una parola radice non ha suffissi o prefissi per cambiare l’uso, ma ha invece un’altra parola di etimologia diversa per completare il suo significato, questa è una forma d’uso irregolare, spesso chiamata supplezione. I verbi irregolari e gli aggettivi collaterali sono spesso considerati una forma di supplenza.

Gli aggettivi collaterali, a volte chiamati aggettivi suppletivi, sono aggettivi che descrivono una forma di sostantivo; tuttavia, non derivano dal sostantivo, come in bovine e cow, che derivano da due differenti radici di parole. Un esempio di aggettivi collaterali sarebbe migliore rispetto a buono, poiché queste due parole provengono da diversi gambi di radici di parole, ma hanno una relazione nel completare un significato. Allo stesso modo, i verbi irregolari in coniugazione possono avere relazioni suppletive, come in andare e andare, poiché questi due verbi hanno anche radici di parole diverse.

La supplenza può assumere una forma correlata al tempo al passato, come negli esempi precedenti, ma in alcune coniugazioni quasi ogni tempo è una fornitura mutata di parole derivate da diverse radici nell’etimologia e tuttavia sono, grammaticalmente e sintattiche, corrette. Un esempio comune sarebbe il verbo inglese be. Attraverso le sue coniugazioni, segue tempi come: essere, sono/sono, è, era/era, stato, essere. Questo verbo ritorna alla stessa radice nelle forme del participio passato e presente, ma le coniugazioni intermedie hanno radici di radice diverse. Poiché non ci sono altre parole che possono prendere il posto di queste parole mutate in lingua in questi tempi, questa è considerata una coniugazione verbale suppletiva.

Poiché la supplenza suscita teorie sui cambiamenti linguistici, sulla morfologia e sulle acquisizioni linguistiche da altre lingue, sono di particolare interesse per grammatici e linguisti. È stato suggerito dal linguista Andrew Hippisley che l’integrazione e la frequenza di utilizzo possono avere un’influenza sull’illuminare il suo utilizzo per l’archiviazione lessicale nel cervello. Ha confrontato l’uso della supplenza con due teorie in competizione note come Modello Associativo e Modello Combinatorio. L’evidenza di questo studio punta al Modello Combinatorio, che sostiene che il paradigma delle desinenze delle parole è di primaria importanza, indipendentemente dalla forma delle parole staminali, ed è più vicino ad essere il modello applicabile per predire l’uso della supplenza.

I paradigmi irregolari sono un altro esempio di supplenza nella lingua inglese. Sebbene la forma plurale di cane sia cani, non sempre ne consegue che la forma plurale di persona sia necessariamente persone, come spesso è la persona. Questo è il motivo per cui questi paradigmi irregolari sono chiamati paradigmi suppletivi.