Che cos’è l’assorbimento?

L’assorbimento si riferisce alla capacità di un oggetto o di una sostanza chimica di assorbire la luce o altre radiazioni elettromagnetiche. Non tutte le sostanze assorbono le stesse lunghezze d’onda della radiazione, quindi l’assorbimento di qualcosa può rivelare molto al riguardo. Questa proprietà ha molti usi diversi, dall’identificazione e quantificazione chimica, ai raggi X e alla meteorologia.
La luce visibile fa parte dello spettro elettromagnetico. Ogni colore della luce, dal viola al rosso, ha una lunghezza d’onda leggermente diversa, misurata in nanometri (nm); la luce visibile varia da circa 380 nm a 740 nm. Le onde elettromagnetiche più corte dell’estremità viola dello spettro della luce visibile includono l’ultravioletto, i raggi gamma e i raggi X. Infrarossi, microonde e onde radio si trovano all’estremità superiore dello spettro.

In chimica, l’assorbimento è più precisamente chiamato assorbimento molare. Questa è la misura di quanta energia elettromagnetica assorbirà una sostanza chimica, a seconda della lunghezza d’onda dell’energia. Per l’assorbimento molare, la legge di Beer-Lambert gioca un ruolo importante. Questa legge afferma che la quantità di luce trasmessa o assorbita dipenderà dalla distanza che la luce attraversa attraverso la sostanza chimica, nota come lunghezza del percorso, e dalla concentrazione della soluzione.

La produzione di raggi X in un esempio di utilizzo dell’assorbimento elettromagnetico. Le ossa e altri tessuti assorbono diverse quantità di radiazioni. Quando i raggi X passano attraverso il corpo, queste differenze consentono di produrre un’immagine.
L’assorbimento dei gas nell’atmosfera e la composizione del suolo ha un impatto sul clima e sulla temperatura dell’aria. I gas che hanno un’elevata capacità di assorbimento, come l’anidride carbonica, aumentano la temperatura dell’aria. I composti nel terreno faranno assorbire o riflettere la luce, influenzando anche la temperatura e le condizioni atmosferiche.

L’assorbimento di una soluzione può essere misurato utilizzando uno spettrometro. Questo strumento può essere impostato su lunghezze d’onda specifiche. Un campione viene posizionato nella macchina ed esposto alle onde luminose specificate. Dall’altro lato del campione c’è un rilevatore che misura la quantità di luce trasmessa attraverso la soluzione. L’assorbenza del campione viene determinata sottraendo la quantità di luce trasmessa dall’intensità luminosa originale.

La concentrazione di soluti in una soluzione può essere determinata in base a questa capacità di assorbimento della luce. Per ciascun test sono note o prodotte curve di calibrazione dell’assorbimento della luce a diverse concentrazioni. L’assorbanza del campione sconosciuto viene quindi confrontata con le curve di calibrazione. Il processo è ampiamente utilizzato in chimica e scienze biologiche.