Che cos’è l’ereditarietà?

L’ereditarietà è un termine usato in biologia e genetica delle popolazioni per riferirsi alla distribuzione delle variazioni nei fenotipi in una popolazione che deriva da una variazione genetica. Il fenotipo è l’aspetto esteriore di una particolare caratteristica in un organismo: l’altezza umana è un esempio. La comparsa di un tratto specifico può essere causata da fattori ambientali o genetici. L’ereditarietà misura il contributo dei fattori genetici alle differenze nel fenotipo. Esistono due diverse misure statistiche di ereditabilità: senso ampio e senso stretto.

In ogni data popolazione di organismi, c’è una variazione di fenotipi. Una certa proporzione di questi fenotipi è prodotta dalle condizioni ambientali, mentre un’altra proporzione è causata dal genotipo dell’organismo, o dal suo corredo genetico. Ad esempio, l’altezza di una persona è influenzata sia dai suoi geni che dal suo ambiente. Una buona alimentazione può produrre persone più alte, ma anche avere genitori alti. Entrambi i fattori sono influenti nella produzione del fenotipo alto.

Poiché sia ​​l’ambiente che il genotipo contribuiscono alla composizione fenotipica di una popolazione, è possibile stabilire una percentuale di ereditabilità. Se tutte le differenze tra gli individui di una popolazione sono causate dalla genetica, l’ereditarietà è considerata 1.0. D’altra parte, se l’ambiente è l’unico fattore che contribuisce alle differenze nel fenotipo e la genetica non contribuisce per nulla, l’ereditarietà è 0.0. Sottraendo la misura dell’ereditarietà da 1.0 si ottiene la misura dell’ambientabilità, che è la proporzione della variazione fenotipica causata da fattori ambientali.

Le due misure di ereditabilità, in senso lato e in senso stretto, esaminano diversi aspetti della varianza genetica. La varianza genetica è la quantità di variazione nel fenotipo dovuta alle differenze genetiche tra gli individui della popolazione. Differisce dall’ereditarietà, che è una misura strettamente proporzionale. La varianza genetica additiva si riferisce solo alla varianza fenotipica ereditata attraverso la presenza di un allele, una forma specifica di un gene. Altri tipi di varianza genetica, come la varianza di dominanza, analizzano la variazione in una popolazione causata dalle interazioni tra alleli.

Il senso stretto è la misura più utilizzata perché si concentra su un tratto di interesse. I biologi usano questa misura per determinare come una popolazione può rispondere alla selezione naturale – l’eliminazione di alcuni individui e dei loro genotipi a causa del maggiore successo riproduttivo di altri individui. L’ereditarietà in senso lato incorpora tutte le possibili fonti di varianza genetica, comprese le interazioni tra geni, nella sua misura proporzionale.