Che cos’è l’erosione eolica?

L’erosione eolica è un processo naturale mediante il quale le forme del terreno vengono alterate dall’azione del vento. Ciò può avvenire in due modi principali. Il vento può rimuovere e trasportare particelle di terra, limo e sabbia, a volte portandole per lunghe distanze e depositandole in altre aree, e può logorare le superfici per effetto abrasivo di piccole particelle minerali trasportate dall’aria, determinando una serie di formazioni caratteristiche. L’erosione del suolo causata dal vento è un problema serio in molte parti del mondo e può avere un notevole impatto economico. Il problema è stato aggravato dalle attività umane in molte aree.

È nelle regioni aride e semi-aride del mondo che si osserva principalmente l’erosione del vento, a causa della mancanza di umidità necessaria per tenere insieme le particelle del suolo. La vegetazione sparsa contribuisce anche agli effetti dell’erosione del vento, poiché le radici delle piante aiutano a tenere insieme il suolo mentre gli steli e il fogliame tendono a impedire il vento. Il trasporto di materiale dal vento può assumere la forma di sospensione, in cui particelle molto piccole rimangono sospese nell’aria e possono essere trasportate per lunghe distanze, e di salatura, in cui le particelle più grandi rimbalzano lungo la superficie, a volte spostando più particelle mentre avanzano. Ciò si traduce in alcune aree che si esauriscono in piccole particelle e altre aree, dove queste particelle si depositano, vengono trasformate da un accumulo di polvere, limo o sabbia.

Il processo di rimozione di piccole particelle da una superficie del suolo dal vento è noto come deflazione. Si traduce in un abbassamento della superficie del suolo, formando cavità di deflazione in alcune aree e in una superficie composta principalmente o interamente da particelle più grandi che sono state lasciate indietro, nota come pavimentazione del deserto. Il materiale viene solitamente depositato dal vento dove c’è qualche tipo di ostruzione, come rocce, vegetazione o strutture artificiali: la velocità del vento viene ridotta dove scorre sopra l’ostruzione e il materiale cade a terra. Il materiale depositato può esso stesso formare un’ostruzione che provoca l’accumulo di ulteriore materiale trasportato dal vento, come nel caso delle dune di sabbia, che possono coprire aree molto estese, come il Great Eastern Erg e il Great Western Erg nel deserto del Sahara del Nord Africa. La polvere e il limo depositati dal vento sono noti come loess e possono coprire anche vaste aree.

L’usura delle superfici rocciose da parte delle particelle trasportate dal vento è nota come abrasione e le forme rocciose risultanti sono note come ventifatti. Tra i ventifatti più comuni osservati nelle aree desertiche vi sono superfici rocciose piatte e lisce rivolte alla direzione prevalente del vento e inclinate di 30-60 gradi rispetto all’orizzontale, spesso con solchi e fosse distintivi. La presenza di queste forme rocciose nei sedimenti è indice di un clima arido in passato. Lunghe creste scolpite dal vento che si assottigliano sottovento sono conosciute come yardang e possono essere viste in molte aree desertiche. Ventifatti sono stati osservati anche sulla superficie di Marte.

L’erosione eolica del suolo può rendere incoltivabili vaste aree di terreno e può portare all’espansione dei deserti, poiché il terreno impoverito di suolo e particelle più piccole è meno in grado di trattenere l’umidità. Sebbene l’erosione del suolo avvenga naturalmente, l’agricoltura intensiva e la deforestazione hanno reso il suolo più vulnerabile all’erosione del vento esponendo la superficie, aumentando l’evaporazione e rimuovendo la copertura protettiva. La polvere trasportata dal vento derivante dall’erosione del suolo può anche rappresentare un pericolo riducendo la qualità dell’aria e la visibilità, intasando i macchinari e accumulandosi nei fiumi, sollevando il letto del fiume e aumentando il rischio di inondazioni. Uno dei peggiori esempi di erosione del suolo eolico è stato il “Dust Bowl” durante gli anni ‘1930 nelle Grandi Pianure meridionali e centrali dell’America e continua a essere un problema nelle parti più aride del mondo.