Che cos’è un sestetto?

Un sestetto è una forma di poesia scritta con sei versi come ultima strofa di un poema più lungo che normalmente è un sonetto. Molti poeti che scrivono sonetti petrarcheschi li chiudono con un sestetto, e questa sezione di un poema completo offre tipicamente una conclusione o una risoluzione all’argomento del poema. Il sestetto costituisce in questo caso la seconda strofa di un sonetto. Questo tipo di poema prende il nome da una combinazione del termine latino sextus e della parola italiana sestetto. Le poesie di Sestet possono seguire uno dei pochi diversi schemi di rime in base all’argomento e alle scelte artistiche dei diversi poeti.

Il primo poeta a scrivere versi in sestetto fu Francisco Petrarca, che introdusse questa struttura in versi nel 1300. È anche accreditato per aver formulato la struttura radice della lingua italiana contemporanea e per aver creato le prime descrizioni dei secoli bui. Il sonetto petrarchesco prende il nome da questo studioso e la sua influenza può essere vista nell’opera di altri poeti come Dante Alighieri.

Un sonetto petrarchesco tradizionale è diviso in otto versi di apertura noti come ottava e nei sei versi che compongono il sestetto conclusivo. L’argomento dell’ottava è tipicamente un problema e l’argomento del sestetto è una soluzione. A seconda dello stile individuale del poeta, l’ottava è spesso scritta in un linguaggio drammatico e iperbolico mentre le sei righe conclusive hanno una formulazione più semplice.

Schemi di rime di sestette spesso seguono una struttura diversa da quella delle loro ottave precedenti. I poeti di solito seguono uno schema più rigoroso quando scrivono le ottave, con l’ultima parola della prima riga che fa rima con l’ultima parola della quarta riga. Anche le ultime parole del secondo e del terzo verso fanno rima. Gli studiosi che studiano questa struttura del sonetto a volte riferiscono che se un’ottava si discosta da questa struttura, il poema non è un vero sonetto petrarchesco.

Un sestetto può seguire una struttura che fa rima l’ultima parola della prima riga con l’ultima parola della quarta riga, echeggiando parte dello schema di rima dell’ottava. L’ultima parola della seconda riga può fare rima con l’ultima parola della quinta riga, sebbene questa struttura sia considerata facoltativa. Alcuni poeti scelgono uno schema più semplice che alterna le rime della parola finale di ogni altro verso. La prima e la terza riga farebbero rima, e lo stesso si applicherebbe alla seconda, quarta e sesta riga.