In fotografia, un sistema a zone è un sistema utilizzato per controllare i toni variabili prodotti in un’immagine finita. Molte spiegazioni del sistema a zone sono contorte e molto confuse, il che allontana i fotografi dilettanti o principianti perché pensano che sia troppo difficile. In effetti, il sistema a zone è molto semplice e padroneggiarlo può migliorare radicalmente la qualità delle fotografie di qualcuno. Ansel Adams, lo sviluppatore del sistema a zone originale, è famoso per la ricca tonalità delle sue immagini, che illustra quanto possa essere preziosa la padronanza del sistema a zone.
L’idea alla base del sistema a zone è che controllando l’esposizione di un negativo su pellicola, un fotografo può ridurre la quantità di correzione che sarà necessaria durante le stampe. L’obiettivo del fotografo è catturare i toni desiderati quando si scatta l’immagine, piuttosto che cercare di farli risaltare in un secondo momento. Come ha detto Adams, il sistema a zone espone per le ombre, consentendo ai fotografi di sviluppare le alte luci.
Secondo il sistema a zone, i toni di un’immagine possono essere suddivisi in 10 categorie, dal nero puro al bianco puro. Le zone vanno da 0, nero puro, a IX, bianco puro. L’utilizzo del sistema richiede ai fotografi di utilizzare un esposimetro e di avere familiarità con le impostazioni manuali delle proprie fotocamere.
I misuratori di luce funzionano rilevando i vari livelli di luce in una scena e calcolandone la media per ottenere una raccomandazione sull’esposizione. È anche possibile utilizzare i contatori spot per ottenere informazioni su un oggetto specifico. L’esposimetro non è uno strumento terribilmente intelligente, anche se si impegna a fondo e di solito presuppone che il tono predefinito in un’immagine sia intorno a una Zona V, proprio nel mezzo della scala della zona. A volte funziona bene, ma quando qualcuno sta fotografando qualcosa con molti toni chiari o scuri, un’esposizione progettata per una Zona V sembrerà scura o sbiadita.
Usando il sistema a zone, un fotografo sceglie un oggetto in un’immagine e decide dove nella zona quell’oggetto dovrebbe cadere quando l’immagine viene stampata. Ad esempio, qualcuno che fotografa montagne innevate intorno a un lago potrebbe decidere che le montagne dovrebbero essere intorno a una Zona VII nell’immagine finita. Successivamente, avrebbe misurato le montagne per ottenere consigli dall’esposimetro per una Zona V, quindi avrebbe regolato questi consigli verso l’alto di due F-stop, dando alle montagne più esposizione. Al contrario, il fotografo potrebbe misurare il lago più scuro e ridurre gli F-stop per visualizzare il lago come Zona II nell’immagine finita.
L’utilizzo del sistema a zone garantisce che i toni chiari e scuri vengano visualizzati nelle immagini finite come desiderato. I toni chiari possono sempre essere messi in risalto in un secondo momento durante l’elaborazione, ma se una fotocamera non riesce a catturare i toni scuri, è impossibile aggiungerli. Il processo può essere utilizzato sia per la pellicola che per la fotografia digitale e, sebbene le persone possano trovarlo limitante e ingombrante all’inizio, una volta che si sono abituati, il sistema può iniziare a sembrare una seconda natura.