Un’opera buffa, chiamata anche opera buffa o opera leggera, è un’opera dal tema leggero o divertente, tipicamente con un lieto fine. Si distingue dall’opera seria, o opera di natura seria. Un esempio di opera buffa è La Nozze di Figaro, o Le nozze di Figaro, di Wolfgang Amadeus Mozart. Alcuni dei principali compositori dei suoi primi anni furono Baldassare Galuppi, Nicola Logroscino, Giovanni Battista Pergolesi e Alessandro Scarlatti, tutti con sede a Napoli o Venezia.
Il termine opera buffa nacque in Italia nel XVIII secolo, sebbene le opere buffe esistessero da circa cento anni prima. Sebbene ci siano opere comiche in molte tradizioni, tra cui l’opera comica francese e il singspiel tedesco, il termine di solito si riferisce solo all’opera buffa italiana del XVIII e XIX secolo. Una delle differenze tra l’opera buffa italiana e le sue controparti in altre tradizioni è che la varietà italiana non include parti parlate, ma solo recitativo secco, un tipo di canto che utilizza i ritmi del discorso naturale e accompagnato da una strumentazione minima.
Prima che l’opera buffa emergesse come genere a sé stante nel XVIII secolo, molte produzioni dell’opera seria includevano scene di rilievo comico, che spesso coinvolgevano i servitori. Questi si svilupparono in intermezzi, opere comiche in un atto eseguite tra gli atti di un’opera seria. Gli intermezzi erano spesso di natura farsesca e includevano i personaggi di serie della commedia dell’arte.
Sebbene brevi, gli intermezzi erano spesso opere sostanziali e alcuni divennero più popolari delle opere stesse. Questa popolarità ha portato allo sviluppo dell’opera buffa come genere a sé stante. Entro il 1730, l’opera buffa italiana si era diffusa dalla sua origine a Napoli alla Francia e oltre, attraverso Roma e l’Italia settentrionale.
Quando l’opera buffa italiana si sviluppò in un genere separato, le esibizioni erano tipicamente lunghe due atti, in contrasto con i tre atti di un’opera seria. Mentre l’opera seria si occupa spesso di soggetti letterari o mitologici ambientati in un’epoca storica, l’opera buffa presenta tipicamente un’ambientazione contemporanea e un linguaggio vernacolare, talvolta anche impiegando dialetti o accenti stranieri. Era destinato ad attirare maggiormente l’uomo comune, mentre l’opera seria era considerata un intrattenimento per nobili e reali. I ruoli principali in molti pezzi d’opera seria erano scritti per castrati, o soprani maschi, mentre l’opera buffa usava voci maschili più basse, culminando nel bassissimo basso buffo. L’opera buffa italiana è diminuita alla fine del XIX secolo, sebbene alcune opere del XX secolo siano caratterizzate come opera buffa dai loro compositori.