Che tipo di esplosione può causare un buco nero supermassiccio?

È successo molto tempo fa in una galassia molto, molto lontana, ma grazie ai moderni radiotelescopi e al lavoro dedicato degli scienziati, ora abbiamo una registrazione della più grande esplosione avvenuta nell’universo conosciuto dal Big Bang.

L’enorme esplosione, che i ricercatori ritengono sia stata causata dalle emissioni di un buco nero supermassiccio, è avvenuta almeno 240 milioni di anni fa al centro di un superammasso di galassie noto come Ofiuco, che si trova a circa 390 milioni di anni luce dalla Terra.

Sebbene sia impossibile fornire un resoconto quantitativo di facile comprensione delle dimensioni dell’esplosione, la ricercatrice dott.ssa Simona Giacintucci, del Laboratorio di ricerca navale degli Stati Uniti, ha affermato che potrebbe essere simbolicamente paragonata all’eruzione del Monte Sant’Elena nel 1980 “La differenza è che potresti inserire 15 galassie della Via Lattea in fila nel cratere che questa eruzione ha colpito il gas caldo dell’ammasso”, ha detto.

In effetti, l’esplosione, che ha emesso cinque volte più energia del precedente detentore del record per la più grande esplosione spaziale, è stata inizialmente respinta a causa delle sue dimensioni insolite. Dopo aver impiegato quattro radiotelescopi e confrontato i risultati, la verità è diventata chiara. “I dati radio si adattano ai raggi X come una mano in un guanto”, ha affermato il dott. Maxim Markevitch, del Goddard Space Flight Center della NASA. “Questo è il fattore decisivo che ci dice che qui si è verificata un’eruzione di dimensioni senza precedenti”.

Tre tipi di buchi neri:
L’esplosione di Opiuchus è stata causata da un buco nero supermassiccio, classificato come almeno un milione di volte più massiccio del nostro sole.
I buchi neri stellari sono i più comuni – si ritiene che ce ne siano molti nella Via Lattea – e possono raggiungere fino a 20 volte le dimensioni del sole.
I buchi neri più piccoli sono conosciuti come buchi neri primordiali, anche se la loro esistenza rimane ipotetica. Si ipotizza che i buchi neri primordiali abbiano dimensioni variabili da una piccola frazione della massa di una graffetta, fino a migliaia di volte la massa del sole.