Andrés Manuel López Obrador, noto anche come AMLO o “El Peje”, è un importante politico messicano ed ex sindaco di Città del Messico. Sebbene abbia una notevole storia politica alle spalle, è meglio conosciuto per aver partecipato alle elezioni presidenziali del 2006, che afferma di aver vinto con oltre 500,000 voti.
López Obrador è nato il 13 novembre 1953 nello stato di Tabasco, in Messico. Dopo la laurea presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), ha lavorato in campagne politiche, ha guidato l’Instituto Indigenista, difendendo i diritti delle popolazioni indigene e ha lavorato in diverse agenzie governative. Alla fine si è candidato come governatore, ma ha perso contro Roberto Madrazo in una controversa elezione che avrebbe spianato la strada al suo futuro politico. Solo sei anni dopo, fu eletto sindaco di Città del Messico, con il titolo di “Capo del governo del Distretto Federale”.
López Obrador era benvoluto dai residenti di Città del Messico, principalmente perché ha stabilito diverse politiche per aiutare i cittadini a basso reddito. Ciò includeva un sistema di assistenza finanziaria agli anziani e alle madri single, di tipo assistenziale, la creazione di una nuova università gratuita, l’istituzione di un servizio di autobus espresso per attraversare la città e il completo restauro del centro storico della città, che ha portato in nuovi investimenti e opportunità di lavoro.
Il suo periodo più controverso è iniziato il 6 luglio 2006, quando è stato annunciato il conteggio ufficiale dei voti per le elezioni presidenziali. Lopez Obrador era in corsa per la presidenza contro Felipe Calderón, che è stato annunciato come vincitore con appena 0.58 punti percentuali su López Obrador. López Obrador ha contestato i risultati ritenendo che il presidente Fox avesse interferito nelle elezioni, influenzando così i risultati. Dopo aver indagato, il Tribunale elettorale federale (TEPJF) ha deciso che l’elezione era valida e che Felipe Calderon era, in effetti, il nuovo presidente. Proteste e marce furono organizzate dai sostenitori di López Obrador, ma senza successo. L’ex governatore stesso ha capeggiato diversi atti di disobbedienza civile, tra cui il blocco di importanti vie dello shopping e la presa di caselli su diverse autostrade.
Il 20 novembre 2006, López Obrador è stato dichiarato dai suoi seguaci il “presidente legittimo” del Messico. Ha quindi formato un gruppo di opposizione, che ha chiamato “gabinetto ombra”, con l’intenzione di combattere quelle che considera le azioni ingiuste del governo. La campagna di opposizione è forte e continua, e dovrebbe durare per tutta la presidenza di Calderón. I media sono stati estremamente favorevoli all’ex presidente, basandosi in parte sulla convinzione che le sue azioni “diventeranno la coscienza della nazione”.