Salome era la figliastra di Erode Antipa, il sovrano di Galilea e Perea, intorno alla fine del I secolo d.C. Appare nel Nuovo Testamento in Matteo 14:6-8 e Marco 6:22, anche se non viene nominata. Nella Bibbia, come nella maggior parte della letteratura accademica dell’epoca, è indicata come la Figlia di Erodiade.
La madre di Salome, Erodiade, indirizzò e alienò molti dei suoi sudditi divorziando dal padre di Salome, Erode II, e sposando suo fratello Erode Antipa, il tetrarca di Galilea. Tale azione era proibita secondo la legge matrimoniale ebraica del tempo e considerata da alcuni come un incesto. Secondo i Vangeli, Giovanni Battista fu uno dei critici più accesi di Erodiade. Erodiade quindi convinse Salome a danzare in modo seducente per Antipa e a chiedere come ricompensa la testa di Giovanni Battista.
La storia della ragazza che sapeva ballare in modo così avvincente da effettuare un’esecuzione come sua ricompensa ha colpito l’immaginazione di molti artisti e scrittori nel corso degli anni. Molti hanno anche usato la finzione per speculare sui veri motivi di Salomè, poiché appare nella Bibbia come nient’altro che una pedina nello schema di sua madre. Nell’opera di Massenet del 1881, Erodiade, basata su una novella di Gustave Flaubert, Salome è ritratta come un’innocente seguace di Giovanni Battista che si suicida dopo la sua morte. Nella sua commedia francese Salome del 1891, Oscar Wilde attribuisce la richiesta di Salome alla sua lussuria non corrisposta per Giovanni Battista.
Anche la danza di Salomè ha ricevuto un ampio trattamento nell’arte, dai dipinti di Tiziano, Moreau e Klimt, tra gli altri, alla famosa scena di danza nell’opera di Strauss Salome, basata sull’opera di Wilde. Si dice che Salomè abbia conquistato il cuore di suo suocero con la Danza dei Sette Veli, in cui indossava sette veli che venivano rimossi uno ad uno durante il corso della danza. Anche il romanzo di Tom Robbin Gambe magre e tutti usa la Danza dei sette veli come tema e include una scena di danza memorabile.