Quando gli anglofoni usano la frase “il cieco che guida il cieco”, si riferiscono a una situazione in cui i leader di un gruppo non sono più abili o capaci di quelli che li seguono, rendendo inefficace il processo di leadership. Questo può riguardare qualsiasi tipo di abilità o abilità, anche se di solito è usato più per riferirsi all’incapacità dei leader di pianificare o anticipare le sfide. In generale, gli anglofoni usano spesso la parola “cieco” metaforicamente per riferirsi a vari tipi di incapacità di comprendere realtà rilevanti.
La frase “cieco che guida il cieco” è in circolazione da un po’, e molti storici la fanno risalire al Nuovo Testamento della Bibbia, dove nel libro di Matteo, un versetto si riferisce a “il cieco che guida il cieco”. Qui, questa frase illustra l’uso del discorso idiomatico o metaforico in una “parabola”, che è una storia di natura allegorica. Un’allegoria o metafora simile è stata trovata in altri testi sacri come le Upanishad, un testo centrale nella religione indù.
Nel corso di molti secoli, l’idea del cieco che guida il cieco è stata familiare nelle società di lingua inglese. Questa idea si è riflessa nelle arti, ad esempio, nei dipinti ad olio e nelle rappresentazioni teatrali. L’idea è potente in relazione al modo in cui gli umani vedono il mondo che li circonda.
Una frase simile viene spesso utilizzata per l’incapacità di qualcuno di comprendere il proprio ambiente indipendentemente dal proprio stato di leadership. Se qualcuno dice che qualcun altro è “cieco al mondo che lo circonda”, significa che questa persona non comprende gli aspetti chiave del suo ambiente. Questo può essere usato per indicare generalmente una mancanza di consapevolezza che può condannare un individuo in molti modi diversi, ad esempio, dove l’incapacità di valutare la responsabilità può portare a rischi compromettenti.
Oltre a frasi come “il cieco che guida il cieco”, dove la parola “cieco” è usata per indicare l’incapacità, c’è un altro modo simile per parlare di una mancanza di consapevolezza che ha un significato leggermente diverso. Gli anglofoni possono anche dire che un gruppo dirigente “ha i paraocchi”, dove i “paraocchi” sono un riferimento allegorico agli oggetti fisici messi sui cavalli per evitare che si spaventino quando guidati. La differenza qui è che l’uso della parola “ciechi” in contrapposizione a “cieco” indica che non è l’incapacità di vedere che affligge il soggetto, ma l’evitamento volontario, sia esso autogenerato o imposto da altre parti persuasive.