Cosa sono i simboli archetipici?

Lo psichiatra Carl Jung, nato nel 19° secolo e molto influente nei campi gemelli della psicologia e della psichiatria nel 20° secolo, credeva che le immagini metaforiche che chiamava archetipi si manifestassero in tutte le culture con quasi gli stessi significati. I simboli archetipici che rappresentano i desideri e le paure più basilari dell’uomo possono essere trovati nella narrazione orale, nei racconti scritti e nelle opere d’arte visive. Sebbene questi simboli possano essere identificati e celebrati da opere d’arte, hanno origine nella psiche umana e sono frequenti visitatori dei sogni.

Una volta identificati, i simboli archetipici possono essere manipolati artisticamente. Germogliano dall’inconscio, quindi sono intrise di un senso di mistero e significato profondo. Immagini e simboli archetipici possono contribuire e persino infiltrarsi nelle espressioni culturali, ma non sono essi stessi artefatti culturali perché precedono qualsiasi particolare manifestazione della cultura.

Tra i simboli archetipici più primordiali ci sono la madre, l’imbroglione e la rinascita. Le immagini della madre si trovano non solo in figure materne come Madre Maria o Madre Teresa, ma nell’idea di Gaia, o Madre Terra. L’archetipo della madre è la fonte e l’origine della vita, la nutrice e la fonte dell’accettazione e dell’amore.

L’imbroglione, d’altra parte, si manifesta come un coyote giocoso ma malvagio in molti racconti dei nativi americani, un personaggio che inganna coloro che non possono eguagliare la sua mente rapida e le sue azioni più rapide. Un’altra figura dell’imbroglione è il Puck di Shakespeare, che manipola l’amore e la disperazione per il proprio piacere egoistico. Anche il diavolo stesso è una manifestazione dell’imbroglione.

La rinascita è un archetipo junghiano che ha dozzine di rappresentazioni simboliche. I cristiani lo riconosceranno nella risurrezione di Cristo quando tornò dai morti il ​​terzo giorno dopo il suo assassinio. La rinascita come metafora centrale è tuttavia molto più antica della storia di Gesù. I primi esseri umani riconobbero e glorificarono il circolo vita, morte e rinascita dei raccolti che si riseminavano e creavano nuova vita anno dopo anno. Di questo simbolo archetipico, infatti, partecipa anche la capacità di una donna di ricrearsi creando e ospitando un bambino nel suo grembo fino al momento della sua nascita, simbolicamente la sua stessa rinascita.

I significati universali espressi dai simboli archetipici sono compresi al di fuori del linguaggio, sebbene spesso si manifestino attraverso la parola scritta o parlata. Le maschere sono spesso meravigliosamente simboliche, dalle familiari maschere di gioia e dolore che il mondo del teatro ha preso come metafora propria alle maschere primitive che rappresentano dei e demoni. L’universalità degli archetipi può essere vista nel modo in cui sono simili i disegni di mostri, creature alate e persino madri e padri, sebbene i bambini che hanno creato questi disegni possano provenire da culture di tutto il mondo.