L’aconito, noto anche come monaco o wolfsbane, è una pianta perenne alta con caratteristici fiori a forma di cappuccio. Storicamente, l’aconito è stato usato in medicina fin dai tempi degli antichi greci, ma è stato più ampiamente utilizzato come potente veleno. A volte vengono utilizzate creme moderne e rimedi erboristici a base di questa pianta per alleviare il dolore, ma questi prodotti sono ampiamente considerati pericolosi, con un alto rischio di avvelenamento.
Varietà di aconito si trovano in tutto l’emisfero settentrionale. Il più comune, Aconitum napellus, è originario dell’Europa ma è coltivato in tutto il mondo. Questa pianta è alta circa 3 piedi (1 m), con grappoli di fiori blu o viola. È dalla forma di questi fiori che deriva il nome monaco. I paesaggisti a volte scelgono di includere il monaco nelle aiuole, spesso accanto alle piante inferiori.
Wolfsbane, l’altro nome comune per l’aconito, si riferisce alla sua efficacia come veleno. Tutte le parti della pianta contengono una sostanza chimica velenosa chiamata aconitina, ma le concentrazioni sono più alte nella radice. L’aconitina estratta dalle radici spappolate era usata dagli antichi greci e dai loro contemporanei su lance, frecce e altre armi.
L’uso di questo veleno non era limitato alla caccia e ci sono molti resoconti documentati del suo uso nel corso della storia. I soldati hanno usato il veleno sulle armi in battaglia e lo hanno scaricato nella riserva d’acqua del nemico. L’avvelenamento da aconito è stato spesso descritto in trame nel corso della storia, che rappresentano la morte di imperatori romani e bizantini.
L’aconitina è stata utilizzata anche per scopi medicinali. I cataplasmi sono stati preparati da wolfsbane e applicati localmente per trattare condizioni come i reumatismi. Le tinture fatte con l’aconitina venivano anche assunte per via orale per polmoniti, laringiti e disturbi simili. Una moderna comprensione della tossicologia rende chiaro il pericolo di questi trattamenti.
Nonostante questa comprensione, la testa di monaco viene utilizzata nelle moderne creme per uso topico come rimedio a base di erbe per il dolore. L’avvelenamento da aconito si verifica più rapidamente se assunto per via orale, ma può essere assorbito anche attraverso la pelle. In effetti, è questo assorbimento che consente alla crema di ridurre il dolore. Gli esperti concordano sul fatto che i pazienti che usano queste creme corrono il rischio di avvelenamento da aconito.
Quando si verifica l’avvelenamento, le sensazioni di formicolio e intorpidimento sono generalmente i primi sintomi notati. Potrebbero seguire dolore intenso, convulsioni o paralisi e, infine, può provocare insufficienza cardiaca. L’aconito è uno dei veleni più letali conosciuti e non esiste un antidoto. L’assistenza medica di emergenza si concentra invece sulla rimozione della tossina dal corpo e sul contrasto dei sintomi del veleno.