Cos’è Body-Mind Centering®?

Body-mind centering® è un metodo terapeutico somatico di lavoro corporeo focalizzato sulla creazione di consapevolezza e integrazione tra tocco, movimento, respirazione, voce e pensiero. Sviluppato da Bonnie Bainbridge Cohen, ballerina, terapista occupazionale e dello sviluppo neurologico, il body-mind centering® è culminato in anni di studio dello yoga, dell’analisi del movimento Laban e del metodo giapponese di katsugen undo. La signora Cohen ha anche lavorato a lungo con bambini che hanno subito traumi cerebrali per facilitare la rieducazione al movimento. All’inizio degli anni ‘1970, ha aperto la Scuola per il Body-Mind Centering® ad Amherst, nel Massachusetts, per addestrare gli altri nelle sue tecniche. Oggi questa modalità è utilizzata nella terapia fisica e occupazionale, nella psicoterapia, nell’atletica leggera e ha molte altre applicazioni.

Body-mind centering® si basa su due principi primari che abbracciano la teoria della connessione corpo-mente. In primo luogo, sostiene che la mente è centrale per il funzionamento del corpo rispetto all’essere isolata da esso. In secondo luogo, la mente può essere esplorata e comunicata con il corpo. Inoltre, il body-mind centering® coinvolge quattro aree di concentrazione: i sistemi corporei, il movimento evolutivo, la rieducazione del movimento (o rimodellamento) e l’espressione attraverso il movimento.

Il primo passo per praticare il body-mind centering® è studiare i sistemi del corpo, inclusi i sistemi cutaneo, scheletrico, nervoso, muscolare ed endocrino. I tessuti e le cellule che compongono ciascun sistema corporeo vengono esplorati attraverso un processo chiamato incarnazione. In primo luogo, il tessuto viene studiato attraverso lezioni e testi e poi ricordato attraverso le immagini. Il passo successivo è la somatizzazione, che coinvolge il movimento cosciente per rivelare lo “stato d’animo” del tessuto.

L’aspetto terapeutico del body-mind centering® entra in gioco quando la concentrazione è centrata sui tessuti e sulle cellule di uno specifico sistema corporeo per effettuare il movimento all’interno di quel sistema. Ciò si ottiene prestando attenzione al pensiero che si verifica e all’inclinazione al movimento mentre viene applicata la concentrazione nell’area. Il praticante facilita questo processo guidando il soggetto individualmente o in gruppo.

Lo studio del movimento evolutivo implica il riconoscimento dei modelli di movimento appresi e lo sviluppo dei modelli successivi. Questo forma le tre “R” del movimento: riflessi, reazioni di raddrizzamento e risposte di equilibrio. Combinati, questi modelli contribuiscono ai modelli neurologici di base, da cui deriva il pensiero cognitivo e l’equilibrio fisico ed emotivo. Si ritiene che uno sviluppo errato o parziale di uno qualsiasi dei modelli neurologici di base possa comportare una compromissione della percezione o del movimento del pensiero.

La rieducazione al movimento, o tocco e rimodellamento, mira a identificare ed elevare la frequenza di vibrazione e la risonanza del tessuto dirigendo l’attenzione su quell’area specifica. La premessa è di stimolare il tessuto attraverso il trascinamento delle vibrazioni, più o meno allo stesso modo in cui un’orchestra accorda la vibrazione di un diapason. Utilizzando questo principio di trascinamento, il movimento e la connessione mentale nei tessuti e nelle cellule diventano meno stressati e disponibili al ricondizionamento.