La chimica umida è un termine che rappresenta una serie di tecniche scientifiche che implicano la sperimentazione diretta con i liquidi. Poiché si tratta di un termine industriale ampio, la definizione esatta può variare da azienda a azienda. Una regola generale che può essere applicata è che se si tratta di uno scienziato che lavora con i liquidi a mano e osserva fisicamente i risultati dell’esperimento, si tratta di chimica umida. L’uso della robotica in laboratorio, tuttavia, ha persino messo in discussione questa definizione in una certa misura.
Questo tipo di chimica include tecniche di sperimentazione di base come misurazione, miscelazione e pesatura di sostanze chimiche, nonché test di concentrazione, conduttività, densità, pH, gravità specifica, temperatura, viscosità e altri aspetti dei liquidi. Le tecniche analitiche nella chimica umida sono solitamente di natura qualitativa, nel senso che tentano di determinare la presenza di una specifica sostanza chimica piuttosto che la quantità esatta. Tuttavia, vengono utilizzate alcune tecniche quantitative e comprendono la gravimetria (pesa) e l’analisi volumetrica (misura).
La chimica da banco è talvolta usata come sinonimo di chimica umida. I termini differiscono in due modi principali: primo, la chimica da banco può coinvolgere prodotti chimici secchi, mentre la chimica umida coinvolge sempre almeno una sostanza in fase liquida; in secondo luogo, la chimica umida a volte coinvolge apparecchiature ad alta tecnologia, mentre la chimica da banco include solo tecniche che utilizzano dispositivi semplici in linea con lo spirito della chimica classica. Entrambi i tipi di chimica, tuttavia, condividono molte delle stesse tecniche e attrezzature.
Il Phoenix Mars Lander della NASA aveva a bordo un laboratorio di chimica umida quando è atterrato sul pianeta rosso nel 2008. Come uno dei suoi esperimenti, Phoenix ha raccolto piccole quantità di terreno, quindi ha sciolto i campioni in acqua. Le soluzioni del suolo sono state quindi testate su vari aspetti, tra cui conducibilità, pH e potenziale redox. Gli strumenti hanno anche testato la presenza di anioni bromuro, carbonio, anioni cloruro, cationi magnesio, ossigeno, cationi sodio e anioni solfato.