L’estratto di agnocasto è un rimedio a base di erbe ottenuto da Vitex agnus-castus, un membro aromatico e fiorito della famiglia della menta. Il suo nome comune deriva dalla mitologia greca e dai costumi che associano l’arbusto alla promozione della castità. Anche le Vestali dell’antica Roma credevano che la pianta ispirasse la disciplina venerea e portasse i suoi rami come simbolo di purezza. Più tardi, i monaci cristiani fecero un ulteriore passo avanti nel simbolismo preparando un tonico dalle foglie e dalle bacche per aiutare a placare i desideri sessuali, che valse alla pianta il soprannome aggiuntivo di pepe del monaco.
Per migliaia di anni, l’agnocasto, a volte indicato semplicemente come vitex, è stato considerato un’importante fitomedicina per il trattamento dei disturbi ginecologici. Il medico greco Ippocrate, noto anche come il padre della medicina, raccomandava l’uso della pianta per i disturbi mestruali quando scrisse: “Lascia che la donna beva vino scuro in cui sono state immerse le foglie dell’agnocasto”. Oggi, i medici europei sostengono l’uso dell’estratto di agnocasto per trattare una varietà di disturbi femminili. Infatti, la Commissione E tedesca elenca la menopausa, il ciclo mestruale irregolare, la mastodinia e la sindrome premestruale (PMS) tra le sue potenziali applicazioni. È anche comunemente usato per aumentare la fertilità e per stimolare la produzione di latte materno.
Gli effetti farmacologici dell’estratto di agnocasto sono dovuti alla presenza di diverse sostanze chimiche, tra cui vari glicosidi iridoidi, diterpenoidi, monoterpenoidi, progestinici e i flavonoidi casticina, quercetagetina e kaempferolo. I ricercatori ritengono che gli effetti di bilanciamento ormonale della pianta siano dovuti a questi composti che stimolano la ghiandola pituitaria e competono nei siti dei recettori dipendenti dal progesterone. Quest’ultimo è significativo poiché una carenza di progesterone è spesso responsabile dell’infertilità nelle donne.
L’estratto sembra anche esercitare alcuni effetti sugli uomini. Come per le donne, l’estratto di agnocasto stimola la produzione di gonaditropine da parte della ghiandola pituitaria, che negli uomini innesca il rilascio di ormoni sessuali dai testicoli. Uno studio indica che la bacca casta inibisce la prolattina a dosaggi più elevati, il che ha l’effetto successivo di abbassare i livelli di testosterone. Mentre la maggior parte degli uomini potrebbe non considerarlo vantaggioso, potrebbe essere utile per coloro che combattono il cancro alla prostata poiché il diidrotestosterone, un sottoprodotto del testosterone, contribuisce alla crescita cellulare accelerata.
Gli studi hanno dimostrato che l’estratto di bacche caste è sicuro nei dosaggi terapeutici. Tuttavia, poiché l’erba produce attività estrogenica, coloro che sono sottoposti a trattamento per un cancro guidato dagli ormoni dovrebbero evitarlo. Allo stesso modo, non deve essere assunto durante la gravidanza o durante l’assunzione di farmaci ormonali, compresi i contraccettivi orali. La bacca casta colpisce anche i siti dei recettori della dopamina, quindi non dovrebbe essere combinata con gli antagonisti della dopamina D2, come la clorpromazina. Sebbene gli effetti collaterali siano relativamente rari, sono stati segnalati mal di testa, disturbi di stomaco e reazioni allergiche.