Rope-a-dope è una strategia di boxe rischiosa notoriamente utilizzata da Muhammad Ali contro George Foreman nella partita del campionato dei pesi massimi tenutasi il 30 ottobre 1974 a Kinsasha, nello Zaire. La partita è denominata Rumble in the Jungle a causa dell’azione esplosiva tra i due grandi combattenti.
Ali era il miglior combattente tecnico mentre Foreman “il bruiser” ha sferrato un pugno più duro. Nel primo round della lotta Ali ha segnato diversi colpi tecnici, ma Foreman è rimasto impassibile. Al secondo turno, Ali ha cambiato la sua strategia, posandosi spesso contro le corde, permettendo a Foreman di esaurirsi tirando pugni ripetuti, principalmente alle braccia protettive di Ali. Ali si è anche sdraiato frequentemente contro Foreman, costringendo Foreman a reggere il suo peso mentre continuava a sferrare colpi. Al quinto round Foreman era esausto mentre Ali aveva colto ogni opportunità per sferrare colpi scelti alla faccia e alla testa di Foreman quando il grande combattente ha abbassato la guardia. All’ottavo round i pugni di Foreman erano deboli e inefficaci e Ali ha vinto la partita per KO. Dopo il combattimento, sono scoppiate molte polemiche e Foreman alla fine ha affermato di essere stato drogato.
Oggi corda-a-dope si riferisce a qualsiasi strategia che implichi giocare il perdente per uscirne vincitore. La strategia della cordata implica la necessità di abilità tecniche acute per “prendere i colpi” sul lato negativo e tempismo scaltro per sfondare al momento giusto per rivendicare la vittoria. Strateghi politici, esperti, politici, uomini d’affari e persino tattici di combattimento usano la frase per riferirsi a manovre rischiose che portano da una posizione di apparente perdente a una di vincitore.
Rope-a-dope è stato adattato a Ropeadope per il nome di un’etichetta discografica indipendente nel 1999, fondata da Andrew Hurwitz. L’etichetta produce jazz, hip-hop, elettronica e ospita una linea di abbigliamento urbano di lusso. A partire da febbraio 2007 l’etichetta è diventata Ropeadope Digital con tutta la musica pubblicata esclusivamente in digitale online. Pioniere di una nuova struttura di produzione, gli artisti digitali dell’etichetta mantengono i diritti sui loro master, con royalties ripartite tra l’artista e l’etichetta. Si potrebbe fare un parallelo interessante con la strategia funebre dell’etichetta, che abbraccia Internet e consente agli artisti di mantenere i diritti sul proprio lavoro, piuttosto che combattere Internet e lasciare che gli artisti desiderino, come probabilmente è stata la storia di la Recording Industry Association of America (RIAA).