La personificazione in poesia è il processo di conferire tratti o caratteristiche umane a un oggetto o un’idea non umana. La forma della poesia generalmente implica l’uso di un linguaggio figurativo, ovvero parole e frasi con un significato diverso dalla definizione standard, per trasmettere un’idea o un’emozione. L’uso della personificazione nelle poesie aiuta il lettore a sviluppare una connessione tra un oggetto o un’idea distante e provare empatia o simpatia per quell’idea o oggetto. I poeti usano spesso la personificazione per aiutare il lettore a relazionarsi con il concetto presentato e per dare una comprensione più completa di un concetto difficile da comprendere.
Un esempio di personificazione può comportare il conferimento di tratti umani a un albero, che è inanimato. Questa personificazione in poesia può leggere qualcosa del genere:
“L’albero della vita può sorridere a tutti noi.”
Questa linea è scritta in pentametro giambico, che è un tipo di metro lirico molto usato in poesia. La maggior parte della poesia, infatti, è scritta in qualche forma di metro e spesso con la rima, sebbene alcune poesie non siano limitate da queste tecniche. Nell’esempio sopra, la personificazione nella poesia è usata dando all’albero un tratto umano: l’albero sorride. In realtà, certo, un albero non può sorridere perché non ha né labbra né bocca, ma in questo caso l’albero può sorridere in senso figurato: può creare felicità o quantomeno vita in tutte le cose, secondo questa linea .
La personificazione in poesia può anche essere assegnata a concetti più eterei o intangibili. Un esempio potrebbe essere il seguente:
“La mia paura ha raggiunto e toccato il mio cuore.”
Ancora una volta, questo verso ha un metro preciso, e contiene un esempio di personificazione: il concetto intangibile di paura è protendersi e toccare, cosa che non può fare perché non ha forma fisica. Alla paura vengono dati tratti e caratteristiche umane per raggiungere una certa connessione emotiva con il lettore, piuttosto che per spingere avanti una vera trama con personaggi e azioni reali.
A volte un poeta usa la personificazione in modo che il narratore o l’oratore possa rivolgersi direttamente a un oggetto o concetto inanimato e ricevere una risposta in risposta. Un poeta può, ad esempio, rivolgersi direttamente ai cieli sopra, e nel poema i cieli possono rispondere con una voce tonante. Questo è, ovviamente, impossibile, dal momento che i cieli sopra non hanno affatto una voce, ma nel poema il poeta è ora autorizzato ad affrontare il concetto di paradiso, Dio o un potere superiore.