Quali sono le applicazioni letterarie di Deus Ex Machina?

C’è un’applicazione letteraria centrale del deus ex machina ed è quella di trovare una soluzione improvvisa e inesplicabile a un problema oa una situazione. Il termine significa letteralmente “Dio fuori dalla macchina” ed è l’equivalente di tirare fuori un coniglio da un cappello. È una tecnica letteraria ben nota e molto derisa che è generalmente vista come un segno di scarsa scrittura e trama. Il termine è anche chiamato “sbirro”. Che un dispositivo letterario sia o meno deus ex machina è spesso oggetto di interpretazione.

Il deus ex machina letterario si presenta in diverse forme. Alcuni di questi sono veri e propri coniglietti, ma altri mostrano i segni di un autore consapevole del trucco e che cerca di ri-tracciare la storia per nascondere il fatto. Un deus ex machina totale non cerca di nascondere il fatto e ha una soluzione che non è accennata nel precedente numero x di parole del racconto. Uno illogico ha un elemento menzionato in precedenza nella storia che si presenta al momento giusto per risolvere tale problema.

Uno pseudo-Cechov avrà casi precedenti nella storia che supportano la soluzione al problema o alla situazione. Lo scrittore russo Anton Cechov ha affermato che se un oggetto, come una pistola su un muro, viene descritto, allora deve essere usato più avanti nella storia. Lo pseudo-Cechov è un elemento che apparirà logico perché è stato descritto in precedenza, ma che al lettore sembra ancora improbabile. Ci saranno anche momenti in cui una spiegazione accuratamente pianificata della situazione sembrerà un deus ex machina, quando in realtà non lo è.

L’applicazione più ovvia del trucco letterario del deus ex machina è affrontare una situazione difficile. Cappuccetto Rosso è bloccato in una casa con un vecchio lupo spaventoso. Come sopravviverà? Bene, il taglialegna arriva all’ultimo momento e salva la situazione.

Ci sono un certo numero di casi del fortunato atto di salvataggio in letteratura tra cui “La guerra dei mondi” di HG Well, quando gli alieni sull’orlo della vittoria prendono un raffreddore e “Il Signore degli Anelli” di JRR Tolkien, dove le aquile giganti arrivano in tempo per scacciare Frodo e Sam dal Monte Fato mentre erutta.

Non sono solo le situazioni appiccicose che richiedono un deus ex machina in letteratura. Può anche riferirsi a situazioni sociali, manovre politiche e altre trame. Il miracolo assume la forma di una morte, apparizione o nascita opportunistica. In “The Mill on the Floss” di George Elliot, si dà il caso che sia un diluvio.
Un’altra applicazione è lo scherzo autocosciente. È qui che l’autore fa sapere chiaramente ai lettori che ci sarà un finale miracoloso; infatti, molto spesso, il pubblico non vede l’ora. Con una mossa poco sottile, molti scrittori, come Richard Adams in “Watership Down”, chiamano persino il titolo contenente il miracolo “Deus Ex Machina”. Altri fornitori dello scherzo includono Jasper Fforde in “The Well of Lost Plots” e Stephen King in “The Dark Tower”.