Una trasfusione autologa è una trasfusione di sangue che utilizza il sangue della persona, raccolto prima dell’intervento chirurgico, durante un’operazione o dopo l’intervento, invece di utilizzare il sangue del donatore. Le trasfusioni con il sangue del donatore sono chiamate allogeniche. Sebbene la medicina abbia perfezionato le tecniche per identificare le corrispondenze tra donatori e coloro che necessitano di sangue, le trasfusioni di sangue allogeniche non sono prive di rischi. C’è ancora preoccupazione per la possibilità di malattia o contaminazione nelle scorte di sangue, la possibilità di errore umano nel trasfondere il gruppo sanguigno sbagliato e la possibilità che anche una trasfusione allogenica strettamente corrispondente possa causare reazioni pericolose.
Per questo motivo, e inoltre perché alcune persone hanno forti convinzioni religiose che vietano le trasfusioni di sangue allogeniche, i medici hanno lavorato duramente per creare standard e nuovi metodi per migliorare la trasfusione autologa. In alcuni interventi chirurgici, in particolare quelli cardiaci e polmonari, una trasfusione autologa può essere preferita a quelle allogeniche.
Ci sono alcuni modi per prepararsi alla trasfusione autologa. Alcuni medici chiedono ai pazienti sottoposti a un intervento chirurgico programmato di donare il sangue prima dell’intervento. Questo viene quindi memorizzato appositamente per il paziente e utilizzato se necessario. Un’altra opzione è quella di utilizzare il sangue raccolto durante l’intervento chirurgico e trasfondere questo nel corpo. A volte, se l’afflusso di sangue è particolarmente breve, in un contesto di emergenza, non c’è altra scelta che usare la trasfusione autologa, per aiutare un paziente a recuperare il sangue perso a causa di lesioni o interventi chirurgici.
La trasfusione autologa non è sempre l’ideale. Negli interventi di cardiochirurgia, la sostituzione del sangue perso con il sangue di un paziente può causare errori di analisi del sangue in seguito. Può essere particolarmente difficile ottenere un conteggio accurato degli enzimi cardiaci ed è possibile perdere complicazioni di interventi chirurgici come l’infarto.
Quando è presente una lesione significativa, potrebbe non essere sempre possibile raccogliere il sangue, chiamato recupero del sangue, e possono esistere contaminanti nel sangue. La trasfusione autologa è decisamente sconsigliata ai pazienti con cancro, poiché il sangue può contenere cellule cancerose, che possono poi invadere altre parti del corpo. Le persone con infezioni non sono buoni candidati per questo tipo di trasfusione, poiché il lavaggio del sangue potrebbe non eliminare completamente le molecole infettive, il che può esacerbare i problemi di salute dopo un intervento chirurgico.
Se sei interessato alla trasfusione autologa per un intervento chirurgico imminente, dovresti parlare in anticipo con il tuo chirurgo. Spesso è necessario uno sforzo cooperativo per far arrivare in tempo i rifornimenti di sangue al chirurgo e organizzare la donazione del sangue. In alternativa, il chirurgo deve pianificare l’utilizzo del recupero del sangue operativo o postoperatorio.