Onomatopea è il termine letterario per parole che hanno lo scopo di imitare i suoni. Esempi comuni includono buzz, zip e click. Usata come dispositivo letterario per secoli in molte lingue, l’onomatopea è anche comunemente usata nel discorso, spesso dai bambini ma anche dagli adulti. I fumetti sono famosi per l’utilizzo della tecnica degli effetti sonori, al punto che molte persone non riescono a pensare ai fumetti senza pensare ai loro effetti sonori e viceversa.
Uno dei modi più comuni per utilizzare l’onomatopea è imitare i versi degli animali, come il miagolio e il ciarlatano. Tutte le lingue usano queste parole, sebbene ogni lingua possa avere la propria versione di un suono particolare. Ad esempio, la frase colorata cock-a-doodle-doo è riconosciuta in tutto il mondo di lingua inglese come il canto mattutino di un gallo. In Giappone, tuttavia, il suono viene tradotto come kokekokko, mentre i paesi europei non inglesi possono scriverlo come una variazione di kikiriki. Altre forme di onomatopea condividono questo tratto. Il suono è universale, ma la forma scritta o parlata varia da lingua a lingua.
I bambini spesso imparano questi suoni in tenera età, anche se potrebbero non imparare la parola onomatopea stessa fino a molto più tardi. È comune usare questi suoni per insegnare ai bambini come riconoscere diversi animali e oggetti. I giovani sono spesso divertiti dalla qualità imitativa di queste parole e possono ripeterle all’infinito. Un popolare giocattolo per bambini degli anni ‘1960, See n’ Say di Mattel, riproduceva queste parole ad alta voce quando i bambini selezionavano l’animale o l’oggetto corrispondente con una freccia puntatore.
Gli adulti usano anche l’onomatopea per indicare i suoni di vari oggetti e animali. Tali parole sono usate per nominare oggetti di uso quotidiano, come la cerniera, così come animali come il succiacapre, dopo i suoni che emettono. Gli inserzionisti a volte utilizzano queste parole per commercializzare prodotti che producono suoni distintivi. Gli scrittori usano spesso l’onomatopea come espediente letterario. Ad esempio, nel poema del 1906 “The Highwayman”, Alfred Noyes utilizza la frase “tlot-tlot” per suggerire il rumore degli zoccoli di un cavallo su una strada acciottolata.
Forse l’uso più famoso dell’onomatopea è quello di presentare effetti sonori nei fumetti. Lanciata per la prima volta dall’artista di fumetti Roy Crane negli anni ‘1930, questa tecnica ha acquisito ampia notorietà quando è stata trasferita nella serie TV Batman degli anni ‘1960. Di conseguenza, i giornalisti mainstream si sono sentiti obbligati a usare parole come “Bam!” e “Pow!” scrivendo di qualsiasi aspetto del fumetto per i successivi trent’anni. Alcuni artisti di fumetti come Don Martin e Wally Wood erano famosi per i loro effetti sonori creativi. Nel 21° secolo, scrittori di fumetti come Alan Moore e Warren Ellis rinunciarono completamente a questa pratica, sentendola sminuita dal realismo delle loro storie.