Quali sono i sette peccati capitali?

I sette peccati capitali, spesso mostrati in scoraggianti lettere maiuscole, sono peccati definiti dalla Chiesa cattolica primitiva come peccati mortali o cardinali. In quanto tale, commetterne uno era, ed è tuttora per alcune persone, un biglietto di sola andata per la dannazione eterna, se una persona moriva senza il Sacramento della Riconciliazione.
Questi peccati sono molto più significativi di altri piccoli peccati che si potrebbero commettere, chiamati peccati veniali. Si pensava che i peccati minori non sbarrano la via al cielo, se si muore senza il beneficio di essersi confessati. Tuttavia, i sette peccati capitali erano un sicuro impedimento senza un vero pentimento e perdono. Hanno danneggiato l’anima ed erano un affronto significativo a Dio.

I sette peccati capitali sono orgoglio, invidia, ira, accidia, avidità, gola e lussuria. Ognuno di loro venne anche associato a un certo demone. Ad esempio, l’orgoglio e l’ira erano associati a Satana, l’avidità a Mammona e la lussuria ad Asmodeus. Il Leviatano era associato all’invidia, Belphegor alla pigrizia e Belzebù alla gola. Per molti il ​​mondo dei demoni era molto reale, e si pensava che i demoni tentassero specificamente le persone a deviare dal sentiero di Dio.

C’erano anche punizioni all’inferno attribuite a ciascuno dei peccati. Innanzitutto, secondo Dante, è che commettere uno dei sette peccati capitali significava non poter mai fuggire dall’inferno o vedere il volto di Dio. Infatti l’agonia in questa separazione permanente da Dio era la punizione più alta.

Più tardi, i teologi hanno cercato di determinare esattamente cosa si sarebbe sofferto per aver commesso uno dei sette peccati capitali. Così, per esempio, una persona che era orgogliosa fu spezzata sulla ruota, gli invidiosi furono posti nell’acqua ghiacciata, gli adirati furono smembrati e gli indolenti furono gettati in fosse piene di serpenti. I golosi venivano bolliti nell’olio e i golosi dovevano mangiare i rospi. Coloro che erano lussuriosi, come praticando adulterio o comportamenti sessuali non approvati, sarebbero stati sepolti nel fuoco e nello zolfo.

Ciascuno dei sette peccati capitali contrasta specificamente con le sette virtù. Invece della lussuria, si dovrebbe praticare la castità. L’ira o la rabbia sono opposte alla mitezza o alla compostezza. L’avido dovrebbe invece essere caritatevole, e l’umiltà aiuta a vincere l’orgoglio. L’accidia o l’ozio si oppone alla diligenza o allo zelo per il lavoro, e la gola è opposta alla temperanza. L’invidia dovrebbe essere repressa dalla gentilezza o dall’ammirazione dei doni e delle capacità degli altri.