In uno studio economico, la domanda aggregata rappresenta il valore totale di beni e servizi che i consumatori devono acquistare affinché un mercato rimanga in equilibrio. All’equilibrio, l’offerta di beni è esattamente uguale alla domanda, quindi non ci sono carenze o eccedenze. Questa domanda di equilibrio viene anche definita domanda notazionale e rappresenta un valore ampiamente teorico. Per un approccio più reale, gli economisti fanno affidamento su una domanda effettiva. La domanda effettiva cattura il valore totale dei prodotti che i consumatori acquistano effettivamente a un determinato prezzo, piuttosto che il valore dei prodotti necessari per raggiungere l’equilibrio.
All’inizio del XIX secolo, lo studio economico era dominato dall’idea che l’offerta dettasse la domanda. Secondo una diffusa teoria economica di questo periodo nota come Say’s Law, il livello della domanda aggregata sarà esattamente uguale alla quantità di prodotto che i produttori scelgono di produrre. Un critico di questa teoria fu Thomas Robert Malthus, un economista che sostenne che la Legge di Say portò a recessioni economiche. Malthus credeva che le aziende che presumevano che i consumatori acquistassero qualsiasi cosa avessero scelto di fare avrebbero finito per produrre troppi prodotti o prodotti sbagliati. Quando i consumatori non riuscivano ad acquistare questi prodotti, l’economia si restringeva, provocando una recessione.
La teoria di Malthus fu largamente ignorata per il secolo successivo e la Legge di Say rimase la teoria dominante. Fu solo negli anni ’30 che John Maynard Keynes pubblicò un nuovo lavoro in economia che respingeva la legge di Say e abbracciava il concetto di domanda effettiva. Secondo Keynes, la domanda crea offerta, piuttosto che il contrario. Teoricamente, l’equilibrio si verifica quando l’offerta aggregata e la domanda aggregata sono uguali. Dopo che i principali lavori di Keynes furono pubblicati, gli economisti iniziarono a capire che nel mondo reale spettava ai consumatori stabilire la domanda aggregata, lasciando che i fornitori rispondessero impostando il livello appropriato di offerta aggregata basato su questa domanda.
Il concetto di domanda effettiva può essere illustrato graficamente utilizzando una funzione di spesa aggregata, che mostra la relazione tra i tassi di produzione e le spese. Se la Legge di Say fosse vera, le spese aumenterebbero di un’unità per ogni aumento di produzione della stessa unità. Invece, la funzione di spesa aggregata mostra che per ogni aumento di unità di produzione, le spese aumentano di meno di un’unità intera. Questo aiuta a illustrare il concetto di domanda effettiva e confuta l’idea alla base della Legge di Say. Invece di acquistare semplicemente ciò che i fornitori producono, i consumatori scelgono come spendere i loro soldi e possono decidere di non spenderli affatto se l’offerta non corrisponde alla domanda.