Il post-strutturalismo è una moderna scuola di pensiero filosofico. È nato e in risposta alla filosofia dello strutturalismo, di cui molti dei pensatori cardine del post-strutturalismo erano estremamente critici. Questa scuola di pensiero è una delle principali forze trainanti della filosofia odierna ed è strettamente connessa al pensiero postmoderno.
Lo strutturalismo come scuola di pensiero ha fatto il suo passo durante i movimenti radicali degli anni ‘1950 e ‘1960, in particolare in Francia, sebbene abbia avuto le sue radici all’inizio del XX secolo. Gli strutturalisti guardano alle strutture fondamentali implicite in tutte le produzioni di una cultura e intraprendono un’analisi delle molte parti che creano qualcosa, per ottenere una migliore comprensione della creazione. La linguistica è stato uno dei primi campi a sfruttare lo strutturalismo a proprio vantaggio e la sua applicazione si è rapidamente diffusa in altri campi. La premessa di base dello strutturalismo è che tutte le cose hanno una struttura al di sotto del livello di significato, e che questa struttura costituisce la realtà di quella cosa.
Il post-strutturalismo è cresciuto come risposta all’assunto percepito dallo strutturalismo che il proprio sistema di analisi fosse in qualche modo essenzialista. I post-strutturalisti ritengono che in effetti anche nell’esame delle strutture sottostanti si presentino una sfilza di pregiudizi, basati sul condizionamento dell’esaminatore. Alla radice della filosofia c’è il rifiuto dell’idea che ci sia una forma veramente essenziale per un prodotto culturale, poiché tutti i prodotti culturali sono per loro stessa natura formati, e quindi artificiali.
Questo concetto di non essenzialismo è stato notoriamente ampliato da Foucault nella sua Storia della sessualità, in cui sostiene che anche il genere e l’orientamento sessuale sono formazioni artificiose e che il nostro concetto di nozioni essenzialiste di genere o sessualità è imperfetto. Ad esempio, sostiene che l’intera classe dell’omosessualità è in realtà piuttosto recente, costruita da norme culturali e un’interazione tra diversi gruppi nella società, ma senza una qualità più essenziale di, ad esempio, l’idea di bellezza.
Uno dei momenti cruciali nella storia della filosofia avvenne nel 1966, quando Derrida tenne un discorso alla John Hopkins University. Derrida era rispettato come uno dei grandi pensatori dello strutturalismo, e perciò fu invitato a parlare a lungo sull’argomento, poiché stava appena iniziando a ricevere una grande attenzione nella comunità intellettuale americana. La conferenza di Derrida, “Struttura, segno e gioco nelle scienze umane”, è stata una critica tagliente dello strutturalismo, sottolineando i suoi limiti intrinseci e esponendo alcuni principi di base per un nuovo linguaggio del discorso.
Il post-strutturalismo è notevolmente diverso dal postmodernismo, sebbene i due siano spesso considerati la stessa cosa dal soggetto generale. Sebbene ci siano alcune aree di sovrapposizione, i pensatori di una scuola non si identificano quasi mai con l’altra scuola di pensiero. Il postmodernismo cerca soprattutto di identificare uno stato contemporaneo del mondo, il periodo che segue il periodo modernista. Il postmodernismo cerca di identificare una certa congiuntura e di lavorare all’interno del nuovo periodo. Il post-strutturalismo, d’altra parte, può essere visto come una visione più esplicitamente critica, che mira a decostruire le idee di essenzialismo in varie discipline per consentire un discorso più accurato.