Che cos’è la Convenzione sulla criminalità informatica?

La Convenzione sulla criminalità informatica è un trattato internazionale ratificato da più di 30 paesi. Il trattato è stato redatto dal Consiglio d’Europa nel 2001. Lo scopo principale della Convenzione sulla criminalità informatica era promuovere la cooperazione tra le nazioni per combattere Internet e la criminalità informatica a livello globale. I tipi più comuni di crimini informatici includono la violazione del copyright, la pornografia infantile e la pirateria di informazioni privilegiate. Poiché i crimini informatici possono avere luogo in più paesi e giurisdizioni, il Consiglio d’Europa, in collaborazione con Stati Uniti, Canada e Giappone, ha elaborato un trattato che ha utilizzato le risorse delle forze dell’ordine di più nazioni.

Il 23 novembre 2001, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa si è riunito a Budapest, in Ungheria, per discutere la questione della criminalità informatica internazionale. La discussione si è incentrata sulle sfide legali emerse dal tentativo di applicazione delle leggi e degli statuti penali tradizionali a una società globale in evoluzione. È stato stabilito che le procedure penali tradizionali nei paesi membri erano inadeguate, quando operano separatamente, per gestire le nuove sfide emergenti a causa dell’aumento dell’uso e della dipendenza dalla tecnologia Internet.

Il Consiglio d’Europa ha designato un comitato specifico chiamato Comitato europeo sui problemi della criminalità (CDPC) per analizzare punti specifici di diritto e politica in un contesto internazionale. Le aree esaminate includevano tipi specifici di reati che la Convenzione sulla criminalità informatica potrebbe affrontare, questioni di diritto penale nei paesi membri, questioni giurisdizionali internazionali e cooperazione tra gli Stati membri in materia di indagini e prove. Il Consiglio d’Europa ha conferito al CDPC l’autorità di redigere un accordo giuridicamente vincolante per questi punti specifici di diritto e politica. Questo accordo è diventato la Convenzione sulla criminalità informatica, successivamente adottata e ratificata da molti paesi membri.

La Convenzione sulla criminalità informatica si compone di quattro capitoli e 48 articoli che dettagliano la portata e la portata del trattato. Gli specifici reati o illeciti informatici previsti dal trattato includono uso improprio di dispositivi tecnologici, frode, contraffazione, pedopornografia, violazione del diritto d’autore, favoreggiamento, e questioni di responsabilità aziendale. Il trattato specifica all’articolo 13 che i paesi membri devono emanare statuti per punire i trasgressori.