Sahaja yoga è una pratica spirituale meditativa fondata dallo yogi Shri Mataji Nirmala nel 1970. Si dice che la tecnica, che affonda le sue radici nello yogi del XV secolo e nel mistico Kabir, risvegli la Kundalini, la forza dell’amore divino, nel corpo di un individuo e, a sua volta, incorporare la presenza invocata nella vita quotidiana. Si dice che il processo aumenti l’autoconsapevolezza e l’obiettivo finale è uno stato di beato silenzio mentale e consapevolezza senza pensieri, Nirvichar Samadhi. L’organizzazione Vishnu Nirmala Dharma, supervisionata da Shri Mata Nirmala, ha centri di sahaja yoga in oltre 15 paesi in tutto il mondo, dove sovrintende alla costruzione di scuole, centri di ritiro e varie altre istituzioni.
La parola sahaja significa “nato con” e yoga significa “unione o giogo” in sanscrito. Nirmala ha iniziato il movimento in India e poi lo ha spostato con sede in Inghilterra, dove si è trasferita nel 1974. I praticanti credono che tutti nascano con l’energia Kundalini dormiente che può essere risvegliata spontaneamente, unendo così l’individuo con la divinità.
Questo tipo di yoga è considerato da alcuni come la forma più difficile perché non esiste un insieme statico di pratiche, o asana, che può essere praticato per raggiungere l’illuminazione. I praticanti possono semplicemente chiedere che la presenza divina entri nei loro corpi e poi riceverla con fede. L’insegnamento avanzato viene negato agli individui che praticano sahaja yoga fino a quando non hanno raggiunto la presenza divina. Si raccomanda ai ricercatori di trattare sahaja yoga come un’ipotesi scientifica e poi, quando la sperimentazione individuale dimostra che la pratica è adeguata, accettarla come verità divina.
I sostenitori di sahaja yoga affermano che il risveglio della Kundalini è più accessibile alla persona media che vive oggi perché la coscienza di massa dell’umanità sta cambiando per diventare più ricettiva al cambiamento, che Shri Mataji afferma essere il prossimo passo logico nell’evoluzione dell’umanità. La tecnica yoga si basa sul concetto di un sistema di sette chakra che funziona come condotto per l’energia Kundalini. Durante la pratica, gli individui spesso affermano di sentire una brezza fresca sulla sommità della testa, il chakra della corona e nelle loro mani, dove si trovano altri chakra a rilascio minore, che si pensa sia una manifestazione fisica di Kundalini. Man mano che l’energia divina avanza nel sistema energetico, si ritiene che ripari eventuali squilibri o lesioni a chakra specifici. Quando i chakra vengono guariti e ripuliti, si pensa che la malattia e l’instabilità emotiva scompaiano e la persona diventa più consapevole della natura della realtà.