Una similitudine epica è un lungo ed esplicito confronto tra due soggetti molto complessi. Il suo scopo è aiutare il lettore a visualizzare il soggetto originale, migliorando al contempo il tono formale dell’epica, o lungo poema. L’antico poeta greco Omero è generalmente considerato il creatore della similitudine epica, nota anche come similitudine omerica.
Le somiglianze, nella loro forma più elementare, sono semplicemente confronti diretti di due cose diverse, spesso usando le parole “mi piace” o “come”. Nel cliché, “È impegnato come un’ape”, le ultime tre parole sono una similitudine. Tutte le similitudini tendono a confrontare il soggetto con qualcosa di estremamente familiare al pubblico previsto, in modo che la scena sia facilmente immaginabile.
Le epiche, d’altra parte, sono poesie narrative lunghe e formali come l’Odissea e l’Iliade di Omero, l’Eneide di Virgilio e il Paradiso perduto di John Milton. Ogni epopea riguarda eventi gravi e gesta eroiche, come la guerra di Troia nell’Iliade. Anche i finti poemi epici, che trattano questioni banali con la formalità di un’epica, contengono similitudini epiche da aggiungere alla loro satira.
Rispetto a una semplice similitudine, una similitudine epica è più complicata e lunga, spesso formata “come un . . . quando esso . . .” Esalta la formalità e la natura grandiosa del poema attraverso la sua complessità. Nel libro 22 dell’Iliade, invece di affermare che Achille inseguì Ettore, Omero li confronta con una similitudine di caccia, iniziando: “Come un cane sulle montagne fa partire un cerbiatto dalla sua tana”.
Mentre una similitudine normale in genere confronta solo un oggetto, una similitudine epica può trarre somiglianze tra diversi aspetti di una persona o di una situazione. Ad esempio, nel libro 12 dell’Odissea, Omero descrive il mostro a sei teste Scilla come un pescatore, in attesa su una roccia. Inoltre, la similitudine continua paragonando gli uomini ai pesci, “contorcendosi, ansimando per la vita”.
Inoltre, una similitudine epica di solito ha la precedenza sulla storia, semplicemente a causa delle dimensioni e della complessità della similitudine. Molte similitudini epiche durano più righe, man mano che l’autore traccia i vari confronti. Ad esempio, sia la metafora della caccia nell’Iliade che la similitudine della pesca nell’Odissea durano sei versi.
Le similitudini epiche sono occasionalmente confuse con le presunzioni, poiché entrambe sono similitudini lunghe e complesse. I concetti erano preferiti dai poeti metafisici del diciassettesimo secolo per i loro soggetti sorprendenti, come il confronto di un morso di pulce con l’attività sessuale nel poema di John Donne “The Flea”. L’epica similitudine, d’altra parte, dipinge semplicemente un quadro intricato senza tentare di scioccare o sorprendere i suoi lettori.