Cosa sono i Blemmy?

I Blemmy sono mostri mitologici descritti da Plinio il Vecchio in Naturalis Historia (circa 77 d.C.). Nelle storie successive dell’epoca romana, il nome venne associato ad un vero e proprio gruppo etnico africano, il popolo Beja. I Beja conosciuti come Blemmyes dai romani successivi erano una tribù nomade impegnata in una serie di lotte militari con i romani.
In Naturalis Historia, Plinio il Vecchio descrive Blemmi come acefali, o senza testa, con la bocca e gli occhi sul petto. Creature simili sono state successivamente descritte in altre opere della cosiddetta storia naturale. Seguendo la tradizione di attribuire attributi mostruosi a persone e luoghi poco conosciuti, Sir Walter Raleigh li colloca nel Nuovo Mondo e li chiama Ewaipanoma nel suo 1595 Discovery of Guyana.

Le creature in seguito sono entrate nel folklore inglese come antropofagi o mangiatori di uomini. Shakespeare li menziona in Le allegre comari di Windsor (1602) e Otello (1605). Blemmyes è apparso anche in varie enciclopedie europee del Medioevo.

Gli storici Blemmy vivevano principalmente nell’odierno Sudan. Erano nubiani egiziani e le loro divinità principali includevano Iside, Mandulis e Anhur. Il geografo greco Strabone, scrivendo nel secolo prima di Plinio, li descrisse come persone pacifiche. Tuttavia, entro la fine del II secolo d.C., erano diventati una potenza militare significativa.

Nel 194 d.C., i Blemmi aiutarono Pescennio Niger nella sua lotta contro Settimio Severo per ottenere il seggio imperiale. Settimio Severo alla fine prevalse. Per tutto il III secolo d.C., i Blemmi impegnarono i romani in battaglia un certo numero di volte, spesso combattendo dalla parte degli aspiranti usurpatori romani.

I Blemmi invasero anche il Basso Egitto, o Tebe, non meno di cinque volte. Ciò poneva un problema particolare per i romani, poiché l’area era il centro della produzione di grano per l’impero. Sebbene i Blemmy spesso si battessero duramente, alla fine non potevano competere con le forze militari romane.

I Blemmi subirono una schiacciante sconfitta sotto Marco Aurelio Probo nel 279-280 d.C. Tuttavia, invasero nuovamente l’Egitto, insieme alla tribù Nobatae, durante il regno di Diocleziano. Nel 298 d.C., l’imperatore negoziò un trattato di pace con le tribù, ritirando i confini di Roma a nord a Philae e dando alle due tribù uno stipendio annuale d’oro.